Non si fermano i centri antiviolenza lombardi e i relativi sportelli, anche durante l’emergenza coronavirus. In questa fase proseguiranno le attività con modalità organizzative che permettano di rispettare le restrizioni.
In pratica verranno previsti modalità ‘a distanza’ (telefono, mail, videochiamate, messaggi), tutti i servizi di supporto alle donne e dovrà essere garantita la reperibilità telefonica h24 sui numeri dedicati.
Il contatto diretto con le donne, qualora necessario, dovrà avvenire rispettando le misure di sicurezza imposte dalla normativa: distanza di un metro e dispositivi di protezione.
I 51 centri antiviolenza sul territorio lombardo dovranno attenersi a queste disposizioni regionali. Regione Lombardia invita inoltre i centri a mantenere uno stretto e preventivo contatto con le Forze dell’ordine. Si richiama inoltre l’importanza del numero di pubblica utilità 1522 che lavora in rete con i centri antiviolenza. Il numero, a causa delle difficoltà delle donne maltrattate di chiedere aiuto in casa con il maltrattante, ha attivato anche la modalità chat.
«La violenza contro le donne non si ferma neanche in tempi di Coronavirus. Anzi – spiega Silvia Piani, assessore regionale alla Famiglia, Genitorialità e Pari opportunità – dovendo rispettare la prescrizione di stare a casa, vittime e maltrattanti passano più tempo insieme e questo genera situazioni potenzialmente pericolose. Le case diventano prigioni e le donne maltrattate devono sapere che possono sempre contare su un aiuto esterno. Che possono contattare con diverse modalità e a qualsiasi ora del giorno».