Non solo i provvedimenti del Governo presi nella tarda serata di sabat0 21 marzo. Anche da Regione Lombardia, dopo le richieste fatte nei giorni scorsi proprio al presidente del consiglio Giuseppe Conte, arriva una stretta agli spostamenti.
L’ordinanza è stata firmata dal presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana: «Regione Lombardia, d’accordo con i sindaci del nostro territorio, con le associazioni di categoria e con le parti sociali, ha deciso di emanare un’ordinanza con la quale vengono disposte nuove stringenti limitazioni per contrastare la diffusione del Coronavirus».
Nel dettaglio la nuova ordinanza prevede il divieto di assembramento nei luoghi pubblici e conseguente ammenda fino a 5.000 euro; la sospensione dell’attività degli Uffici Pubblici (fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità); la sospensione delle attività artigianali non legate alle emergenze o alle filiere essenziali; la sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti; la sospensione delle attività inerenti ai servizi alla persona; la chiusura delle attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza; la chiusura di tutte le strutture ricettive ad esclusione di quelle legate alla gestione dell’emergenza. Gli ospiti già presenti nella struttura dovranno lasciarla entro le 72 ore successive all’entrata in vigore dell’ordinanza; il fermo delle attività nei cantieri edili. Sono esclusi dai divieti quelli legati alle attivita’ di ristrutturazione sanitarie e ospedaliere ed emergenziali, oltre quelli stradali, autostradali e ferroviari; la chiusura dei distributori automatici cosiddetti ‘h24’ che distribuiscono bevande e alimenti confezionati; il divieto di praticare sport e attività motorie svolte all’aperto, anche singolarmente.
Restano invece aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie, ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Ai supermercati, alle farmacie, nei luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, è stato invece raccomandato al gestore o al titolare di provvedere alla rilevazione della temperatura corporea.
«Una decisione – prosegue Fontana – dettata dal serrato confronto con le nostre autorità sanitarie che ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora. Anzi, continua a peggiorare. Non so più come dirlo: solo con l’estrema limitazione dei contattiinterpersonali possiamo cercare di invertire questa tendenza».