In queste ore, a sei giorni dall’inizio dell’emergenza Coronavirus in Lombardia, decine di bar e locali milanesi stanno firmando un appello rivolto al sindaco della città, Beppe Sala. Con l’ordinanza emanata da Regione Lombardia, che obbliga i luoghi di ritrovo (a parte i ristoranti) a chiudere alle 18, molte realtà temono le ripercussioni economiche che si abbatterebbero sul settore del commercio e dello spettacolo. La stessa ordinanza è valida anche nei Comuni del Nordmilano dove i locali possono stare aperti, come a Milano, dalle 9 alle 18.
«Egregio Signor Sindaco, Le chiediamo di rappresentarci in questa emergenza che in pochi giorni ha catapultato l’intero settore del commercio, dei bar, degli spettacoli e degli eventi culturali in un baratro, facendo tremare un sistema economico complesso e delicato.
Non contestiamo le decisioni prese dalla Regione, non abbiamo le competenze per farlo, anche se non comprendiamo alcune esenzioni attuate, ma quello che chiediamo in maniera accorata é di considerare insieme all’urgenza sanitaria anche l’emergenza economica e sociale.
Il nostro settore, che ha contribuito a portare Milano a risplendere nel mondo, è messo in ginocchio dal divieto di operare, dalla paura insita nei nostri cittadini e dall’incertezza assoluta in cui siamo obbligati ad operare. La mancanza di liquidità non concede tempo ulteriore alle imprese. Le economie collegate agli eventi e alla somministrazione interessano diversi settori che costituiscono il tessuto cittadino, non hanno una rappresentanza unica ed è per questo che chiediamo a Lei di portare avanti un’istanza urgente con la massima solerzia.
Chiediamo di far presente al governo di attivare immediatamente ammortizzatori sociali e provvedimenti per azzerare gli adempimenti fiscali nell’immediato onde evitare un disastro in termini di fallimenti, posti di lavoro e riduzione del Pil cittadino oltre che regionale.
Le chiediamo di far presente a Regione Lombardia e al Ministro della Salute l’importanza di stabilire regole chiare e ponderate per tutti gli operatori senza discriminazioni in un settore articolato come il nostro.
Ci appelliamo a Lei, sig. Sindaco perché sappiamo quanto tenga alla sua/nostra città e perché crediamo possa rappresentarci tutti come cittadini, imprenditori e lavoratori senza interessi singoli di categoria alcuna».