Vi ricordate quando l’Italia era la patria dell’artigianato? Quando i nostri nonni e genitori avevano, come si diceva una volta, le mani d’oro?
Avevamo meccanici, elettrauti, fabbri, falegnami, idraulici, elettricisti, saldatori, tornitori, muratori, pittori edili e altro ancora. Oggi non più, poca roba, quasi niente. Si punta al lavoro che non sporca, intellettuale, poco faticoso e ben retribuito, passando per le università. Quanti di noi hanno avuto o hanno, difficoltà a trovare un operaio specializzato in un determinato settore, capace di intervenire nelle nostre case? Di lavoro ce n’è, e anche tanto. Bisognerebbe investire di più nelle cosiddette scuole di arte e mestiere, che spesso sfornavano poi giovani per l’apprendistato e successivamente professionisti del settore.
C’erano, infine, genitori che in passato, anni ’50-’60, ‘pagavano’ gli artigiani per insegnare la professione al figlio. Roba da matti, verrebbe da dire, ma in molte città era così! Oggi è tutto diverso, molti dei nostri giovani, come si diceva una volta, non sono capaci neanche a cambiare una lampadina. Altri tempi, rispetto a quando si diceva ‘impara l’arte e mettila da parte’.
Il Termometro Nazionale, l’editoriale del Gazzettino Metropolitano, è a cura del direttore Marco Fabriani