Una sentenza, quella del Consiglio di Stato, attesa con il fiato sospeso da molti sestesi, soprattutto quelli che fanno parte della comunità islamica cittadina.
Arrivata il 5 dicembre, la pronuncia del Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar (che dava ragione agli islamici e sosteneva il ‘vaglia’ alla moschea) impugnata dall’amministrazione di Sesto San Giovanni. La decisione del Consiglio non ‘boccia’ però tutte le ragioni della giunta sestese. «Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale in parte accoglie, in parte respinge, in parte dichiara inammissibile l’appello principale», si legge sulla sentenza.
Le ragioni sono lunghe e articolate: diciotto pagine che confermano «con motivazione parzialmente diversa la sentenza impugnata». E proprio a quell’«in parte accoglie», pronunciato dal Consiglio si riferisce l’assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda quando sostiene che: «La sentenza va letta nel bilanciamento che ha cercato di tenere dando ragione al Comune sotto il profilo della legge urbanistica, confermando che è decaduta di fatto dal permesso di costruire. Ora, la sentenza ci ha invitato a una riedizione del provvedimento tenendo presente di arrivare a dichiarare la decadenza della convenzione solo a limiti estremi. Non sappiamo ancora se ci siederemo a un tavolo con gli islamici o meno. Il problema oggi è nella mega moschea, che non c’entra niente con il diritto di culto. Questo non deve esercitarsi per forza in un luogo che abbia le sembianze di una moschea, perché va in contrasto con il paesaggio. Si potrebbe esercitare benissimo in un capannone o in altro luogo».
Un passaggio della sentenza chiarisce a proposito che: «Nell’applicare in concreto le previsioni della convenzione, il Comune dovrà specificamente considerare se, tra gli strumenti che la disciplina urbanistica mette a disposizione, non ve ne siano altri, ugualmente idonei a salvaguardare gli interessi pubblici rilevanti, ma meno pregiudizievoli per la libertà di culto, il cui esercizio trova nella disponibilità di luoghi dedicati una condizione essenziale», il Consiglio precisa anche che tutte le questioni riguardanti la convenzione urbanistica «andrebbero invece esaminate nell’ambito della ponderazione degli interessi (quelli della libertà di culto), che invece è del tutto mancata in sede di adozione del provvedimento di decadenza e in genere nei provvedimenti comunali impugnati».
Il centro islamico sestese intanto si esprime con pochissime ma incisive parole: «La sentenza ribadisce la validità della convenzione. La comunità islamica sestese esprime la propria soddisfazione e auspica di vedere garantito un proprio diritto sancito dalla Costituzione», si legge in una nota sottoscritta dall’Imam Abdullah Tchina.
Noemi Tediosi