Il 14 ottobre 2015, Alfio Molteni, architetto brianzolo di 58 anni, viene ucciso con due colpi di pistola sotto casa sua, a Carugo. L’agguato avvenne mentre l’uomo rientrava nella sua abitazione verso sera. La dinamica ha fatto pensare agli investigatori un’esecuzione premeditata.
La separazione e l’attrito con la ex moglie
La chiave per comprendere il movente dell’omicidio sta nella separazione tra Molteni e la sua ex moglie, Daniela Rho, 45 anni. Le tensioni tra i due erano sfociate in una battaglia legale per l’affidamento delle figlie. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Rho avrebbe tentato di dipingere l’ex marito come un uomo pericoloso, cercando di influenzare il tribunale per ottenere la custodia esclusiva proprio attraverso gli atti intimidatori che avrebbero dovuto suggerire ai giudici la poca affidabilità di Molteni. Durante il processo per l’affidamento Alfio Molteni era stato vittima di episodi intimidatori. A maggio, la sua auto era stata bruciata. In un’altra occasione 8 colpi di pistola avevano infranto la finestra della sua abitazione.
Il piano omicida
Nel settembre 2016, Daniela Rho e Alberto Brivio, 49enne commercialista di Seregno e suo amante, vennero arrestati con l’accusa di essere i mandanti del delitto. I due avrebbero commissionato il crimine a Michele Crisopulli e Vincenzo Scovazzo, promettendo loro 10mila euro. Il piano prevedeva inizialmente atti intimidatori per screditare Molteni. Tuttavia, quando l’architetto revocò il consenso all’accordo di separazione consensuale, il piano prese una piega più violenta, culminando con l’aggressione che avrebbe dovuto gambizzare Molteni ma che invece lo uccise.
Processo e condanne
Nel processo di primo grado, Alberto Brivio fu condannato all’ergastolo, mentre Daniela Rho ottenne una pena di 20 anni. L’ex moglie ammise il movente delle sue azioni e risarcì parzialmente i familiari della vittima. Brivio, invece, continuò a professare la propria innocenza e svuotò i conti bancari durante le indagini per non risarcire i figli della vittima.In aula, Daniela Rho dichiarò: «Pensavo solo di spaventarlo, non avrei mai voluto lasciare le mie figlie senza un padre». Condannato all’ergastolo anche Vincenzo Scovazzo, il 56enne originario di Caltagirone ritenuto l’esecutore materiale del delitto, Giovanni Terenghi, 59 anni, investigatore privato di Molteno condannato in primo grado a 5 anni per stalking e calunnia, e Giuseppe De Martino, condannato a 14 anni e otto mesi per aver fatto da autista ai killer. Michel Crisopulli si tolse la vita impiccandosi prima dell’arresto.