Oggi non è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma per noi sì, lo è sempre, tutti i giorni. Una rondine, se pur importante, non fa primavera. Non bastano 24 ore, come non bastano settimane per fermare questi violenti, assassini.
Come detto in passato, proprio da queste colonne bisogna fare molto di più di quello che si sta facendo. Sensibilizzare gli adulti, ma anche i giovani, dalla tenera età. Le scuole, a parte le famiglie, possono fare molto: educare al rispetto e non al possesso, amare non significa padroneggiare (scusate il termine) sulle donne. Un ruolo importante in queste drammatiche vicende lo hanno anche coloro che sono vicini alle vittime: amici, familiari che spesso sono a conoscenza dei soprusi e violenze che subiscono. Insomma non voltarsi dall’altra parte, intervenire, come fanno in molti, consigliando di lasciare ilproprio partner, anche denunciandolo!
Muoversi su più fronti, cercando di bloccare alla radice un amore tossico.«Si tratta di madri, sorelle, figlie, persone con sogni e progetti che vedono violato il diritto di poter vivere una vita libera e dignitosa», ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «È addirittura superfluo sottolineare che, quindi, non ci sono scuse accettabili a giustificazione della violenza di genere. Occorrono azioni concrete. Quanto fatto finora non è tuttavia sufficiente a salvaguardare le donne, anche giovanissime, che continuano a vedere i loro diritti violati», ha concluso il Capo dello Stato.
Il Termometro Nazionale, l’editoriale del Gazzettino Metropolitano, è a cura del direttore Marco Fabriani