Sulla facciata di palazzo Leoni Calchi a Milano si stagliano 8 colossali talamoni: l’idea originaria dell’orafo Leone Leoni, che fece realizzare l’opera nel 500, era di rappresentare i barbari sconfitti. Il palazzo, che si trova tra largo Raffaele Mattioli e piazza Belgioioso, fu ribattezzata dai milanese casa degli Omenoni, da omen che in dialetto significa uomo.
Leoni, originario dell’aretino e trasferitosi a Milano al seguito di Carlo V d’Asburgo come incisore della Zecca imperiale, restaurò il palazzo tra il 1560 e il 1562 e disegnò personalmente le enormi sculture per la facciata che commissionò allo scultore Antonio Abondio. I talamoni balzano subito all’occhio quando ci si trova davanti al palazzo e osservando sopra la testa di ogni gigante si può individuare la stirpe barbara di provenienza.
Sotto il cornicione della facciata si trova poi il rilievo della ‘Calunnia sbranata dai leoni’, forse un riferimento al carattere irascibile del proprietario della casa. Leone e il figlio Pompeo, collezionisti e mercanti d’arte, accolsero nel palazzo inestimabili opere d’arte antica e degli artisti più celebri della loro epoca come il Codice Atlantico di Leonardo Da Vinci, Venere di Buonarroti e altre opere di Tiziano, Correggio e Parmigianino. La casa degli Omenoni è stata di recente oggetto di un’attenta opera di restauro.