Oggi nell’aula del Tribunale di Milano ha risposto alle domande del pm Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso con 37 coltellate la fidanzata Giulia Tramontano al settimo mese di gravidanza nel loro appartamento di Senago.
L’uomo, accusato di omicidio pluriaggravato, distruzione di cadavere e interruzione non consensuale di gravidanza, si è seduto al banco per essere interrogato. A un anno esatto dall’omicidio Impagnatiello si è dichiarato pronto a dire la verità, lucido e consapevole rispetto all’1 giugno 2023 quando fu sottoposto a fermo.Impagnatiello intratteneva una relazione parallela con una collega che lavorava con lui in un bar milanese.
«Ho costruito un castello di bugie in cui io stesso sono annegato. Continuavo ad alimentare questa doppia realtà, questa finta realtà nella mia testa. Quando Giulia mi disse che aspettava un bambino ho vissuto una completa altalena di emozioni contrastanti: da una parte la gioia di costruire una famiglia con Giulia, dall’altra delle motivazioni personali e di coppia che ostacolavano un po’ la nostra relazione».
Per la prima volta Impagnatiello ha ammesso di aver somministrato a Giulia Tramontano del topicida nelle settimane precedenti all’omicidio. «Ho somministrato topicida a Giulia, ma in modo progressivo. Questa somministrazione è avvenuta nella prima parte di maggio. Non è una cosa continuativa. Glielo ho dato in due occasioni. Sembrerà assurdo, ma assolutamente non l’ho fatto per fare del male. Glielo ho messo nella bocca semiaperta quando dormiva».
Poi il racconto della giornata del 27 maggio 2023: Giulia Tramontano e l’amante di Impagnatiello si incontrarono per conoscersi proprio nel bar dove l’imputato lavorava. «Era un ambiente in cui avevo una certa responsabilità e ci tenevo particolarmente e quindi l’essere umiliato avrebbe fatto crollare la mia immagine lavorativa. E invece loro insistevano». Quando Giulia Tramontano rincasò quella sera Impagnatiello l’attendeva a casa e dichiara che era in stato confusionale.
Colpì la fidanzata al collo con un coltello da cucina e, dopo aver provato senza successo a distruggere il corpo bruciandolo nella vasca da bagno, lo nascose in cantina dove provò ancora a dargli fuoco. Il 30 maggio spostò il corpo nel portabagagli dell’auto e nella notte tra il 30 e il 31 lo occultò dietro ad alcuni box dove poi venne ritrovato. Impagnatiello ammette di aver ripulito la casa dalle tracce di sangue e di essersi sbarazzato dei documenti e del cellulare di Giulia Tramontano la sera stessa dell’omicidio.
Impagnatiello la notte del 27 maggio, dopo l’omicidio, si recò dall’amante ma sostiene di non ricordare cosa si siano detti. Dall’analisi del suo smartphone è risultato che proprio a poche ore dalla morte di Giulia Tramontano cercò sul telefono i risultati delle partite di calcio in particolare Atalanta-Inter. Oggetto dell’interrogatorio anche le altre ricerche effettuate con il cellulare come l’utilizzo di cloroformio e altri veleni.