A inizio novembre, alcuni controlli ‘di routine’ fatti presso il cantiere di via Manin 350, hanno registrato nella rete di distribuzione dell’acqua la presenza del batterio della legionella pneumophila.
Nel cantiere lavorano circa 90 operai, dipendenti del servizio di igiene urbana di Area Sud. «Abbiamo riscontrato il problema i primi giorni di novembre – racconta Mattia Scolari, portavoce del sindacato Flaica Uniti – e il 5 di novembre abbiamo scritto ad Area Sud e al Comune di Sesto (mettendo in copia anche l’Ats) per avvisarli del problema e chiedere una soluzione urgente». Nello stabile infatti, a causa della presenza del batterio non sono più utilizzabili le docce e gli operai, che lavorano a contatto con i rifiuti tutto il giorno, sono obbligati a tornare a casa senza prima potersi lavare. «Entro il 12 novembre – continua Scolari – il Comune avrebbe dovuto segnalare alla Prefettura e ad Area Sud un’altra struttura disponibile in cui i lavoratori potessero lavarsi a fine turno. Ad oggi però non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione».
Intanto la voce ha iniziato a spargersi in città e i consiglieri del Partito Democratico hanno presentato un’interrogazione al sindaco. Nel documento il Pd chiede quali siano le azioni messe in campo dallo stesso sindaco; in che modo sia stata informata la cittadinanza; se siano state già previste analisi nei condomini e nelle aziende vicine.
«L’immobile in questione – afferma dal canto suo il primo cittadino Roberto Di Stefano – è privato e non comunale. Nessuno è stato male o si è ammalato e l’amministratore ha trovato dei valori leggermente sopra la norma. Comunque in via preventiva ha fatto chiudere l’impianto e sono in corso le operazioni di sanificazione delle tubature per debellare il batterio. Intanto comunque abbiamo chiamato Cap, che sta facendo i rilievi per assicurarsi che ci sia davvero il batterio e i risultati arriveranno fra qualche giorno».
Per la questione docce, si stanno valutando alcune opzioni: «Il Comune non c’entra nulla e non ha nessun obbligo, nonostante questo, ci stiamo attivando per trovare una sistemazione», conclude Di Stefano.
Noemi Tediosi