Torna la rubrica ‘Gazzettino Me Too’, dedicata alle donne che hanno avuto il coraggio di raccontare al nostro giornale le loro storie. Ogni racconto è pubblicato in forma anonima.
In viaggio: «Non si rivolgevano a me ma solo al mio ragazzo»
Anna, 25 anni, ha passato molti anni della propria vita a esplorare il mondo, viaggiando per i quattro angoli del pianeta. «Nei miei viaggi è capitato varie volte di essere trattata diversamente perché donna. Mi è successo soprattutto in alcuni paesi in cui le donne in generale sono vittime di forti pregiudizi e disparità di trattamento. In Marocco, luogo che amo e che ho visitato spesso, sono rimasta molto delusa quando ho viaggiato con il mio ragazzo: tutti si rivolgevano a lui, anche per fargli domande su di me in mia presenza. Una sensazione bruttissima. Tornata ultimamente in Marocco con mia madre e mia sorella, l’esperienza è stata diversa: nessuno aveva problemi a parlare con noi per qualunque cosa».
A scuola: «Commenti inclassificabili dai professori»
Si chiamano Rita e Marta, due donne di 29 anni che ci raccontano l’esperienza di molestia di cui sono state oggetto durante gli anni di liceo. Marta ha fatto un liceo artistico di Milano e riporta un episodio accaduto durante la lezione di arti pittoriche: «Premetto che sono una ragazza che ha sempre avuto le labbra molto carnose. Quel giorno ero appena tornata in classe dopo aver fumato una sigaretta. Il prof di pittoriche mi si avvicina e, arrivato a 10 centimetri dal mio viso mi dice: ‘Quanto vorrei essere il filtro di quella sigaretta’. Prima di allontanarsi è rimasto immobile a fissarmi per alcuni secondi, che mi sono sembrati anni. Rita, che ha fatto il liceo psicopedagogico, racconta: «Ero una ragazza molto formosa già da giovane. Un giorno il mio prof di diritto mi dice: ‘Beh potresti aprire una bancarella ortofrutticola senza comprare i meloni perché ce li potresti mettere tu».
In ufficio: «Nella comunicazione, se sei donna ti occupi di cosmetici»
Clara, 32 anni, ci scrive che: «A 23 anni avevo appena iniziato a lavorare con uno stage nel campo delle agenzie di comunicazione. Sono sempre stata completamente disinteressata al mondo della cosmetica ma appena arrivata in ufficio ho dovuto ‘lottare’ per anni per non essere spostata nel gruppo che seguiva il beauty. Nonostante fossi brava quanto e più dei colleghi uomini era inconcepibile che una ragazza si occupasse di camper, motori, olio e vino».
Noemi Tediosi