Passano gli anni, secoli e tanto altro ancora, ma l’uomo non cambia. Tutti a colori e in movimento, distanti ma vicini, veloci, pratici ma ancora guerrafondai.
Non c’è posto nel mondo dove non si combatta, si uccida per un motivo o per un altro. Dalla religione ai territori. Un film già visto e rivisto, anzi, riletto nei libri di storia, da sempre. Non è retorica, è realtà. Non entriamo nel merito di chi ha ragione o torto ma nel rispetto della vita, dall’equilibrio che può avere l’essere umano.
La rabbia che ci portiamo dentro condiziona le nostre relazioni e i rapporti con il mondo esterno e ci portaa vedere spesso, nemici ovunque, anche dovenon ci sono. E poi c’è un altro aspetto, molto chiaro (che non vi dico per questioni di spazio), come raccontato nel film ‘Finché c’è guerra c’è speranza’ del 1974, interpretato magistralmente da un grande Alberto Sordi. Se non lo avete ancora fatto, vi consiglio di vederlo.
Il Termometro Nazionale, l’editoriale del Gazzettino Metropolitano, è a cura del direttore Marco Fabriani