I Carabinieri del Gruppo Tutela Lavoro di Milano, hanno concluso un’indagine che ha portato alla scoperta di alcuni cittadini extracomunitari che, a Milano, ricevevano indebitamente il redditto di cittadinanza. Le operazioni dei militari, inoltre, hanno permesso di accertare l’operato illecito di alcuni commercianti compiacenti che già nel dicembre 2022 aveva portato agli arresti domiciliari un cittadino bengalese, titolare di una attività di ‘Internet point’ e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento.
Le indagini, avviate nel mese di febbraio 2021 dal Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, si sono basate sulle attività di monitoraggio del fenomeno dell’indebita percezione del reddito di cittadinanza realizzata anche grazie alla stretta sinergia sviluppata ai vari livelli con gli uffici dell’Inps, che hanno portato i carabinieri a individuare numerose persone che percepivano il reddito di cittadinanza senza possederne i requisiti. Si è poi accertato, attraverso l’analisi dei flussi finanziari, che queste persone effettuavano anomali e ricorrenti acquisti con la carta del reddito di cittadinanza presso tre esercizi commerciali di Milano: l’internet point già oggetto di sanzioni, una rivendita al dettaglio di prodotti alimentari e un ristorante.
Gli ulteriori approfondimenti investigativi effettuati a carico dei gestori degli esercizi commerciali, condotti anche attraverso l’esame di tabulati telefonici e le intercettazioni, hanno permesso di accertare che i tre esercenti avrebbero consentito, a partire dall’ottobre 2020, di monetizzare il beneficio economico, i quali gli versavano l’intero credito della carta mediante versamenti senza causa tramite Pos ovvero attraverso pagamenti di utenze intestate agli esercenti, così riuscendo a nascondere la provenienza illecita del denaro. In cambio l’esercente consegnava loro somme in contanti, trattenendo su ogni transazione eseguita una percentuale variabile dal 10 al 15 per cento.
Le analisi sui flussi hanno permesso di scoprire che le tre attività commerciali rispetto all’anno precedente all’istituzione del reddito di cittadinanza hanno fatto registrare un incremento abnorme delle transazioni Pos, non giustificate con l’acquisto di beni di prima necessità. Sono in totale 633 le persone che, nel periodo di tempo interessato dalle indagini, hanno effettuato acquisti con Rdc presso i tre esercizi commerciali: 597 di queste, individuate quali indebiti percettori, sono state deferite presso 14 Procure della Repubblica. I restanti 36 soggetti, in possesso dei requisiti, sono stati segnalati all’Inps per l’indebito utilizzo del beneficio che è stato immediatamente sospeso. Ammonta a circa 413mila euro la somma di denaro riciclata dagli esercenti, mentre l’indebita percezione in danno dello Stato da parte degli indagati viene quantificata in oltre 2 milioni di euro.
Due dei tre titolari delle attività commerciali che monetizzavano il sussidio, sono stati deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria di Milano per il reato di riciclaggio continuato, sottoposti a perquisizione locale e personale con conseguente sequestro della somma in contanti di 40mila euro, considerato profitto del reato, mentre il terzo, il titolare dell’iternet point, ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento, il 21 dicembre scorso era già stato sottoposto agli arresti domiciliari. A carico di quest’ultimo i carabinieri hanno anche proceduto al sequestro per equivalente della somma illecitamente accumulata ed è stato condannato per applicazione di pena su richiesta delle parti dal Gip del Tribunale di Milano alla pena della reclusione di anni 2 e mesi 6 e della confisca di 20.800 euro, pari al profitto del reato di riciclaggio commesso.