Solidarietà, ma soprattutto attenzione verso il prossimo. Donare il sangue è un gesto semplice, che può contribuire a salvare la vita di uno sconosciuto.
Basti pensare, infatti, che per un trapianto, in sala operatoria sono necessarie una grande quantità di sacche di sangue, altrimenti l’operazione non è possibile. Il Nordmilano, secondo i dati dell’Avis, ha conosciuto nel primo semestre del 2019 un lieve calo di donazioni rispetto allo stesso periodo nel 2018.
Circa 190 sacche in meno, pari al 4,31 per cento. Ma dalla sede dell’Avis di Sesto San Giovanni, la preoccupazione maggiore è rivolta a un’altra questione: «Fino a prima dell’estate – dichiara il presidente Dante Belotti -, oltre agli appuntamenti dal lunedì al venerdì, avevamo la possibilità di usufruire per un sabato al mese degli spazi dell’Ospedale di Sesto. Chi lavora in settimana, e non può assentarsi, veniva a donare il sabato».
A settembre l’ultimo appuntamento del weekend calendarizzato per il 2019, poi più nulla fino a data da destinarsi. «Da ottobre in poi, per l’ultimo trimestre, non ci è stato programmato alcun sabato in cui poter raccogliere sacche di sangue», prosegue Belotti. «Dall’Ospedale di Sesto ci hanno spiegato – aggiunge Giusy Fortunato, segretaria della sezione sestese – che era una decisione dovuta a una imminente riorganizzazione amministrativa. Noi comprendiamo benissimo le necessità di un ospedale: per una struttura come quella di Sesto non sarà sicuramente il primo dei pensieri, però donare il sangue è davvero importante».
La paura più grande dell’Avis cittadina è quella di vedere allontanarsi i potenziali donatori, impossibilitati a fare questo gesto tanto semplice quanto importante durante la settimana, nei giorni lavorativi. «Sono tutti appuntamenti pieni, quelli del sabato. Si parla di almeno 30 donazioni in meno al mese».
Che, conti alla mano, significa 100 donatori in meno da qui a fine anno. «Chiediamo di venirici incontro – concludono dall’Avis -. Per noi avere a disposizione almeno un sabato al mese all’Ospedale di Sesto è davvero fondamentale».
Nicolò Gelao