Questa settimana il nostro ‘Termometro’ si occupa di soldi, contanti. Intanto iniziamo col dire che è fortunato chi li ha.
Negli ultimi 12 anni il prelievo è passato da 12.500 euro a 5.000, passando per 2.500 fino a 3.000 euro. Da Berlusconi a Prodi, più alto il primo, meno il secondo. Un limite al contante, dicono per contrastare l’evasione. Al momento in Italia l’asticella per i pagamenti cash è ferma a 3.000 euro e da luglio 2020 dovrebbe scendere a 2.000 per arrivare poi nel 2021 a mille euro, così come Francia, Spagna e Portogallo, mentre i greci possono spendere contanti fino 1.500 euro.
Cifra più alta per Romania (2.500) e Belgio (3.000). Nessun limite al contante invece per Gran Bretagna, Germania, Austria, Olanda, Svezia, Finlandia, Cipro, Islanda, Irlanda, Lettonia e Slovenia. Ma fermiamoci qui, senza citare i diritti al contante delle altre 21 nazioni dell’Unione Europea. Insomma si potrebbe dire ‘così fan tutti’ o quasi.
Ecco allora spuntare ancor di più l’uso della moneta elettronica, le cosiddette carte di credito comprese le prepagate. E qui è tutto un altro discorso, da una parte e dall’altra con commercianti, artigiani e consumatori, alle prese con commissioni, pin, multe e occhi indiscreti, soprattutto per le fasce più deboli.
Tutto bene, se è utile a contrastare l’evasione, ma attenzione a non danneggiare il cuore del Paese.
L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani