Un algoritmo per individuare le falde d’acqua nascoste di Milano, un software basato sull’intelligenza artificiale per il monitoraggio dell’hate speech online, una dashboard per gestire al meglio le potenzialità della telemedicina e un progetto di desealing per utilizzare l’acqua piovana in agricoltura e in altri ambiti.
Sono solo alcune delle attività di ricerca che stanno prendendo forma nell’ambito di Musa (Multilayered Urban Sustainability Action), il progetto nato lo scorso anno dalla collaborazione tra l’Università di Milano-Bicocca, ente proponente, il Politecnico di Milano, l’Università Bocconi e l’Università degli Studi di Milano, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso un investimento complessivo di 116 milioni di euro. Al progetto, che vede coinvolti 26 soggetti pubblici e privati, stanno lavorando, su oltre 100 linee di attività, 973 ricercatori; di questi, 194 sono ricercatori appena assunti, il 55% donne e con un’età media di 32 anni.
Il primo bilancio di Musa è stato presentato, presso l’Aula Magna dell’Università di Milano-Bicocca, alla presenza del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, della Consigliera per le politiche dell’Innovazione e della sostenibilità in ambito universitario e della ricerca anche in attuazione del Pnrr del Mur, Alessandra Gallone, della presidente di MUSA e rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, del Rettore dell’Università Bocconi, Francesco Billari, del Delegato del Rettore per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Milano, Marco Bocciolone, del Rettore dell’Università degli Studi di Milano, Elio Franzini, del Presidente CRUI, Salvatore Cuzzocrea, del Presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, del Presidente della Fondazione Global Compact Italia, Marco Frey e del consulente del ministero dell’Università per il Pnrr e professore di Analisi dei sistemi finanziari e public management dell’Università degli Studi di Bergamo, Stefano Paleari, coordinati dal vicedirettore del Corriere della Sera, Venanzio Postiglione.
Ad approfondire l’impatto sul territorio, sulla società e sulla tecnologia del progetto, la tavola rotonda pomeridiana alla presenza di esponenti del mondo accademico, scientifico e imprenditoriale, moderati dalla giornalista Martina Pennisi, Vice-Caporedattrice Corriere della Sera.
«Musa ha l’obiettivo di avere impatto, di creare un ambiente urbano sostenibile e inclusivo, dove la tecnologia e la ricerca colmino le disuguaglianze, abbattano le emissioni, creino efficienza e risparmino le risorse. Un nuovo ecosistema – ha sottolineato Giovanna Iannantuoni, Rettore dell’Università di Milano-Bicocca e Presidente di Musa – per la rigenerazione urbana e la sostenibilità dedicato all’area milanese ma che grazie alle oltre 100 iniziative già avviate in questo primo anno di attività creerà soluzioni e innovazioni utilizzabili su scala regionale e nazionale. Musa rappresenta inoltre un innovativo modello di collaborazione fra pubblico e privato, in grado di creare valore per il territorio, per il tessuto sociale e per quello economico, come dimostrano anche i 194 giovani ricercatori già assunti e gli altri che assumeremo nei prossimi mesi. Sono entusiasta dei risultati di questo primo anno di attività e a tutte le persone di MUSA va il mio ringraziamento per l’impegno e la passione».
«Se guardiamo alle iniziative e alle attività avviate in questo primo anno, possiamo dire senza timore di smentita che MUSA è un progetto di valore, in grado di ispirare e stimolare tanti ricercatori a trovare soluzioni per rendere la nostra città e le città in generale un luogo più sostenibile a livello economico, ambientale e sociale in cui vivere – ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala -. Sono orgoglioso che il Comune sia parte attiva in questo progetto, perché collaborando tra loro, con le istituzioni e con i partner privati, l’Università Bicocca, il Politecnico, la Bocconi e l’Università degli Studi di Milano stanno dimostrando che se si uniscono le forze, le energie, le menti, e se si condividono impegno e obiettivi, si può davvero avere un impatto positivo, innovativo e di qualità sul territorio e sulla vita quotidiana delle persone».
‘Grande soddisfazione’ è stata espressa dall’assessore all’Università, ricerca e innovazione della Regione Lombardia, Alessandro Fermi per «la presentazione del primo anno di Musa. Non ero Assessore quando il progetto è stato lanciato, ma ne ho seguito lo sviluppo e la crescita e oggi non posso che essere orgoglioso di quanto si sta facendo e fiducioso su quanto ancora si farà nei prossimi anni. I numeri parlano da sé: a questo progetto stanno lavorando infatti quasi mille ricercatori e il 55% di questi sono donne. Il binomio Università – Ricerca genera sempre grandi opportunità e in Regione Lombardia questo accade sempre più spesso».
«Musa è un progetto che guarda lontano, un progetto che aprirà nuove prospettive e nuovi scenari. Un progetto che creerà valore ambientale, economico e sociale attraverso laboratori, impianti pilota e simulatori – spiega Alessandra Gallone, consigliere del Ministro dell’Università e della Ricerca -. MUSA, acronimo di Multilayered Urban Sustainability Action, ha l’ambizione di trasformare l’area metropolitana di Milano in un ecosistema di innovazione per la rigenerazione urbana. È stato proposto dall’Università degli Studi di Milano Bicocca e vede il coinvolgimento di 26 soggetti tra pubblici e privati. L’ambizione è di fare di questo progetto un modello nazionale ed europeo concentrandosi in particolar modo sulla sostenibilità ambientale e sociale, la promozione dell’inclusione sociale, la progettazione e l’adozione di processi produttivi più circolari nei settori chiave tra cui verde, design, moda, lusso e benessere, nonché sviluppo di soluzioni per la gestione dei rifiuti e per la creazione di piattaforme digitali per la raccolta e l’utilizzo di dati biomedici. Musa può contare su uno stanziamento di quasi 116 milioni nell’ambito del Pnrr».
Entusiasta del progetto anche Alessandro Spada, presidente di Assolombarda: «MUSA rappresenta un esempio positivo di ecosistema che attraverso il PNRR favorisce rigenerazione urbana e sostenibilità. Si tratta di un acceleratore di innovazione situato proprio nel territorio che genera di più a livello nazionale: qui, a Milano e in Lombardia, si concentra il 20% di spesa in ricerca e sviluppo e hanno sede il 27% delle start-up innovative. Ora occorre agire per colmare quei gap che esistono nel confronto internazionale. Rafforziamo sempre di più la collaborazione tra mondo della ricerca e sistema delle imprese con l’obiettivo, tra gli altri, di favorire lo sviluppo di competenze coerenti con quelle richieste dal mercato del lavoro, una vera emergenza per le aziende».