Gli occhi degli attivisti del Coordinamento Comitati Torrente Seveso sul cantiere della discordia. Nella visita al cantiere della vasca di laminazione del Parco Nord, tra Milano e Bresso, gli attivisti hanno potuto visionare lo stato dell’arte dell’opera e avanzare dubbi, domande e perplessità agli ingegneri di Metropolitana Milanese spa, committente del progetto.
Allo stato dell’arte attuale, l’impronta e il fondo della vasca sono ultimati ed entro il 2023 il progetto dovrebbe essere concluso, mentre l’avvio della gestione della vasca è prevista per l’inizio del 2024. Le domande avanzate dal comitato hanno riguardato la manutenzione della vasca e il ricircolo dell’acqua. Due temi strettamente collegati che afferiscono alla salute pubblica. Se gli attivisti hanno chiesto certezze sul progetto di manutenzione ordinaria, gli ingegneri di MM hanno specificato che per svuotare la vasca occorrono massimo 40 ore con le pompe installate, poi per la pulizia dei fanghi e dei rifiuti ci vorranno circa tre giorni, ma che un progetto vero e proprio ci sarà solo dopo i collaudi. Gli ingegneri hanno spiegato che la vasca è completamente impermeabilizzata e contiene alcune valvole per il ricircolo, per evitare lo stagnamento delle acque. L’acqua che riempirà la vasca verrà ‘pescata’ dalle falde tramite sette pozzi.
Un’altra questione dirimente per gli attivisti è quella della bonifica delle acque prima della messa in funzione dell’impianto: è stato sottolineato, infatti, come il fiume Seveso sia molto antropizzato e che quindi presenti alti livelli di inquinamento. Per gli attivisti, infatti, lo sgrigliatore non sarà in grado di rimuovere il materiale dannoso. «I fanghi di drenaggio non sono ritenuti rifiuti pericolosi sulla scorta delle analisi effettuate», hanno invece ribadito gli ingegneri di MM spa. Sulla questione relativa all’utilizzo alternativo dell’acqua della vasca, destinandola per esempio all’irrigazione, è arrivato un secco no da parte degli ingegneri di MM.
«Non abbiamo avuto le risposte che aspettavamo – dicono gli attivisti del Comitato Torrente Seveso -. Abbiamo visto da vicino un’enorme voragine cementificata con livelli di polvere alti e odore acre dovuto alle vasche di raccolta di liquami. Le nostre preoccupazioni sono state confermate, sia sul trattamento dei fanghi, su cui non c’è un piano di trattamento sia sulle tempistiche relative al piano di manutenzione ordinaria della vasca. Non ci è stato detto nulla sulla riconversione dell’impianto in una vasca di raccolta di acqua piovana, né tantomeno sulla piantumazione degli alberi a schermo delle abitazioni». Una battaglia in difesa della salute, quindi, che collide con l’entrata in funzione della vasca per gli attivisti, che chiedono garanzie al Comune di Milano, Regione Lombardia e agli altri enti responsabili.
Di seguito alcuni scatti del cantiere della vasca di laminazione.