Milano-Meda, l’appello del sindaco di Paderno: «Corriamo il rischio di traffico ‘pandemico’ per le nostre comunità»

svincolo milano-meda di paderno dugnano Immagine di repertorio

«La prospettiva che l’ultimo tratto di Milano-Meda diventi a pagamento quando sarà collegato ai due rami della Pedemontana rappresenta un rischio di traffico ‘pandemico’ per Paderno Dugnano e tutti i Comuni sull’asta della Comasina e della Vecchia Valassina che diventeranno le uniche strade alternative di collegamento tra i vari centri abitati per tutti coloro che non vorranno o potranno pagare il pedaggio».

È l’allarme che lancia il sindaco padernese Ezio Casati nella fase in cui è in corso la definizione della progettazione del tratto denominato B2, quello che raccorderà la Pedemontana alla Milano-Meda. «Nelle scorse settimane ho scritto al Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e all’assessore alle Infrastrutture Claudia Terzi ponendo la questione alla loro attenzione anche in considerazione del fatto che proprio la Regione è l’Ente che detiene la quota di maggioranza e di controllo della società Autostrada Pedemontana Lombarda – spiega Casati -. La Pedemontana sarà realizzata utilizzando il tracciato storico della Superstrada portandola a tre corsie nella tratta interessata e creando una strozzatura perché la parte non riqualificata rimarrà così com’è. Non c’è bisogno di utilizzare frequentemente questa strada per sapere che già da anni, con il carico di transito che deve sopportare ogni giorno, le due corsie sono di fatto insufficienti per tante fasce orarie e in entrambi i sensi di marcia. Ma allo stesso tempo, tutti siamo consapevoli che la Milano-Meda-Lentate rappresenta un’arteria di vitale importanza per il comparto produttivo, commerciale e sociale del Nordmilano, della Brianza e del Sud Comasco. Un’arteria che, seppur con le sue criticità, da circa sessant’anni è a libera circolazione mentre adesso, con la sua parziale inclusione nel tracciato di Pedemontana, sarà posta a pagamento nel suo tratto finale da Bovisio Masciago a Lentate sul Seveso dove è previsto l’inserimento di portali con il sistema free flow. Uno scenario preoccupante per il territorio di Paderno Dugnano che rappresenta la prima grande città con due svincoli che precedono l’inizio del tratto di Milano-Meda in cui sarà applicato il pedaggio».

Prosegue Casati: «Ritengo questa scelta gravissima per le ricadute economiche su lavoratori ed imprese che dovranno sobbarcarsi costi aggiuntivi e per tutto il sistema produttivo e commerciale che storicamente dialoga e interagisce tra la Bassa Brianza e il Nordmilano. E ciò che spaventa (l’uso del verbo non è metaforico ma assolutamente reale) è il travaso di traffico che è facile prevedere si riverserà sulla viabilità interna della nostra città per poi riconnettersi sulla rete secondaria, su tutti l’ex strada statale 35 dei Giovi più nota come Comasina, che parte da Milano Affori e congiunge tutti i Comuni, il nostro compreso, fino proprio a Lentate sul Seveso: chi non vorrà o potrà pagare la Pedemontana ripiegherà su questa ex provinciale che è già al collasso, aggravata dalla chiusura della tramvia Milano-Limbiate, con un impatto devastante per l’ambiente e la qualità dell’aria. Lo stesso potrebbe accadere sulla Vecchia Valassina. E’ uno scenario che non sto ipotizzando ma che hanno già prefigurato esperti sul traffico che si sono espressi con studi commissionati dalla Provincia di Como. Se anche fosse ‘solo’ il 20% del traffico della Milano-Meda a spostarsi, prima di entrare nell’area a pedaggio, sulla nostra viabilità urbana, ci troveremmo di fronte ad una ‘pandemia’ di traffico con un coinvolgimento irreparabile per il territorio».

Il sindaco di Paderno Dugnano ha poi concluso: «Non ho ulteriori strumenti per esprimere giudizi sull’opera e sulla sua utilità e non nutro pregiudizi, ma ritengo ci siano ancora i margini per trovare nelle sedi istituzionali le soluzioni che debbano necessariamente tutelare la salute e la vivibilità delle nostre comunità. E per questo ho chiesto al Presidente Fontana un confronto per individuare alternative rispetto a quanto si sta prospettando: abbiamo il dovere di evitare questa assurdità che ci rimanda indietro nel tempo quando invece viviamo l’urgenza di migliorare la mobilità e la qualità dell’aria, per salvaguardare il futuro dei territori, di chi ci vive e lavora».