Quando Natale era ancora vissuto nel suo reale significato e il consumismo non aveva ancora avuto il sopravvento, era Gesù Bambino a portare i doni.
Meno male che da qualche tempo, avendo cose ben più importanti da fare, Gesù Bambino ha passato la mano a Babbo Natale o Santa Klaus, personaggi sicuramente più accondiscendenti. Il Bambinello, infatti, si rifiuterebbe di portare ciò che i nostri piccoli tiranni pretendono: telefonini e smartphone nelle prime classi elementari, playstation sempre più sofisticate, costosissime cianfrusaglie strombazzate dalle tv e che durano lo spazio di un mattino.
Ma in alcune aree tuttavia, dove Natale sottintende ancora il giorno della sua nascita, Gesù Bambino continua ad avere il suo bel da fare. In Africa, ad esempio.
Lì i bambini non chiedono sofisticati oggetti tecnologici che nemmeno potrebbero usare, visto che in molti dei loro villaggi l’elettricità è ancora al di là da venire e Internet è fantascienza.
Milioni di bambini africani non chiedono, pregano! Pregano Gesù Bambino affinché, almeno in quel giorno, ci sia qualcosa da mangiare. Pregano Gesù Bambino affinché possano trovare un rifugio, trovare qualcuno che si prenda cura di loro, dopo che i loro genitori sono stati divorati da un mostro insaziabile definito Aids. Pregano Gesù Bambino affinché nei loro villaggi cessino guerre che li vogliono spesso protagonisti con un Kalashnikov in mano.
Pregano Gesù Bambino affinché, almeno nel suo giorno, ci sia qualche attimo di sosta nei lavori massacranti che sono costretti a compiere.
Pregano Gesù Bambino affinché possano anche loro avere una divisa e frequentare una scuola, come vedono fare da tanti loro coetanei più fortunati. Pregano Gesù Bambino affinché conceda loro di vivere almeno un giorno da bambini.
Mario Beltrami