Si attendeva il Natale perché arrivavano i regali e tutti i bambini erano euforici ma anche perché voleva dire poter mangiare la carne, il tacchino era il protagonista, allevato durante l’anno, finalmente si poteva assaporare tanta prelibatezza, la cucina impregnata dell’odore dei dolci fatti dalla mamma, il suono delle ciaramelle per le vie… ricordo che puntualmente la sera venivano a suonare presso la nostra vicina di casa che per l’occasione aveva allestito un altare che raffigurava la natalità.
La sua porta era aperta a tutti e a fine serata offriva noi del vino, la condivisione e la solidarietà erano protagonisti in questo momento pieno di gioia.
Oggi ho sensazioni differenti durante le feste di Natale, si cerca quella stessa gioia nei regali costosi e di dubbia utilità e abbiamo tanto cibo che vedo spesso sprecato e gettato in pattumiera, la tv è spesso accesa e ha preso il posto delle ciaramelle, la condivisione forse è più ristretta alla cerchia familiare ma il grido di speranza delle nostre anime sento che non è cambiato anzi è più forte di allora. Auguro a tutti un Natale all’insegna della pace!
Vincenzo