Maxi operazione contro la ‘ndrangheta da parte della polizia di Stato: sono 49 le misure cautelari eseguite questa mattina per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, minacce, violenza privata, incendio, detenzione e porto illegale di armi aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa.
L’indagine denominata ‘Vico Raudo’ condotta dalla squadra mobile di Milano ha permesso di accertare come a Rho è stata ricostruita la rete criminale di ‘ndrangheta, denominata ‘Locale di Rho’. A tenere le fila dell’associazione mafiosa un italiano di 74 anni che era già condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso, ma una volta scontata la sua pena, ha nuovamente ricostituito, con la collaborazione dei membri della sua famiglia e di altri soggetti, la presenza dell’organizzazione mafiosa sul territorio.
Dalle indagini svolte dalla polizia di Stato è emerso come l’uomo, beneficiando degli arresti domiciliari, ottenuti grazie alla falsificazione di documenti che attestavano una sua presunta invalidità che lo avrebbe portato a muoversi su una sedia a rotelle, aveva ripreso il pieno controllo del territorio di Rho attraverso una serie di intimidazioni ed estorsioni, consistenti nel far appiccare incendi ad autovetture, ma anche violenze fisiche e minacce, assicurandosi inoltre il controllo della piazza di spaccio di sostanza stupefacenti.
Dalle numerosissime intercettazioni è emerso che la struttura mafiosa era legata fortemente ai segni e ai simboli tipici dell’ndrangheta. In due circostanze infatti la polizia di Stato ha documentato come gli affiliati avevano acquistato e posizionato una testa di maiale davanti all’abitazione di uno degli indagati come avvertimento, sia per farlo desistere dalle richieste di mantenimento economico sia da possibili intenti di collaborazione con la giustizia. Sono stati anche intercettati dialoghi in cui è emersa la struttura gerarchica della ‘Locale di Rho’ con l’indicazione delle doti di affiliato di alcuni degli indagati.
Tra le attività criminali dell’organizzazione c’erano le estorsioni anche a persone legate alla criminalità per poter controllare il traffico di droghe. Dall’attività investigativa è emerso che sul territorio di Rho, oltre alla struttura territoriale di ‘ndrangheta, era presente un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti composta da due gruppi, uno formato dagli stessi appartenenti alla ‘Locale di Rho’, l’altro da altri soggetti arrestati questa mattina. I due gruppi criminali, agguerriti e senza scrupoli, operavano in alleanza: il gruppo del 74enne si riforniva di sostanze in via esclusiva dall’altro gruppo che, a sua volta, riceveva dal primo garanzie sull’esclusività della piazza di spaccio e la risoluzione di problemi con metodi violenti.
I proventi derivanti dalla vendita della sostanza stupefacente garantivano agli associati di beneficiare di un tenore di vita elevato non giustificato dai redditi dichiarati, tanto che il nucleo familiare del 74enne risultava addirittura beneficiario del reddito di cittadinanza. La polizia di Stato ha appurato come i proventi delle attività illecite siano stati investiti nell’acquisto di alcuni esercizi commerciali e di una palazzina composta da tre appartamenti.
Nel corso delle indagini è stato rinvenuto e sequestrato un vero e proprio arsenale composto da armi comuni da sparo, anche clandestine, armi da guerra e munizioni, che erano a disposizione dell’associazione. Le operazioni, tuttora in corso, vedono impegnati centinaia di poliziotti, tra cui oltre agli agenti del Servizio Centrale Operativo e della squadra mobile di Milano, anche poliziotti della squadra mobile di Alessandria, Bergamo, Biella, Catanzaro, Cremona, Como, Lecco, Lodi, Mantova, Monza e Brianza, Novara, Parma, Pavia, Piacenza, Reggio Calabria, Varese.