È arrivato a Bresso 45 anni fa, ora il pino di piazza Meana a Bresso è morto ed è stato abbattuto.
Il caso ha fatto molto scalpore in città, per quello che ora ormai un pezzo della storia bressese: il pino non è sopravvissuto alla siccità di questa estate: ma le colpe sono solo del clima?
Di seguito riportiamo la lettera che ci ha inviato una nostra lettrice.
«Quel pino arrivò quasi 45 anni fa, un mese prima che io nascessi, nell’inverno tra il 1977 e il 1978. Fu portato in mezzo alla piazza dai gestori dei negozi di allora. Arrivò dentro un bidone, probabilmente un abete di Natale. Nei tempi quel pino ne ha viste tante. Agli inizi veniva addobbato a Natale dai commercianti della piazza, quando ancora venivano messe le luminarie sopra le vie. Poi ci furono anni in cui Bresso non ebbe più luminarie, e nessuno appendeva nemmeno le palline. Rimanevano le pigne, tutte le estati, ma non davano fastidio perché tanto non cadevano giù. Da piccola, quando volevo spiegare ai miei amici come venirmi a trovare a casa, dicevo di venire nella piazza col pino. Era l’unica di tutta Bresso. Ci fu poi il brutto momento in cui, quando passava il ‘Bresso’ (l’autobus tanti anni fa si chiamava così, non 83), gli autisti di allora chiesero di tagliare i rami più bassi, perché davano fastidio alla visuale della via. Sempre tanti anni fa, a qualche assessore venne la brillante idea di cementare l’aiuola sottostante, togliendogli di fatto la possibilità di assorbire acqua dalla terra. E negli ultimi anni avevano di nuovo iniziato ad addobbarlo a Natale con le lucine! Il pino con le sue fronde che abbracciavano (e nascondevano) quel palo del lampione. Tante cose ha sopportato quel pino in 45 anni, ma non ha saputo resistere alla siccità del 2022. Non ha saputo resistere nemmeno all’incuria del Comune e dei commercianti attuali della piazza, che magari un po’ d’acqua potevano anche passare a dargliela. Mi dispiace per il mio pino; e pensare che ho sempre detto che qualora fosse morto io avrei cambiato casa. La visuale sulla piazza non è più la stessa. Ma la domanda è: caro Comune, cosa ne vorrai fare ora dell’aiuola più brutta di tutta Bresso?».