Il termometro nazionale si concentra quest’oggi sulla questione dei ‘quadri scolastici’, i famosi esiti degli scrutini affissi nell’atrio o nei corridoi delle scuole. Promossi, rimandati o bocciati?
Prima della pandemia, i risultati erano sotto gli occhi di tutti, compagni di classe e non. Adesso le cose sono cambiate: per evitare gli assembramenti, i voti vengono comunicati tramite registro elettronico e visibili esclusivamente al diretto interessato. Secondo il Garante per la privacy, pubblicare i risultati online sarebbe un possibile rischio per la tutela dei dati personali.
Se ciò è effettivamente vero, non può dirsi – in fin dei conti – la stessa cosa dei quadri cartacei? Mettere i risultati sotto i riflettori tutela davvero i dati personali? E se lo studente non volesse condividere il proprio esito per vergogna o paura?
È fondamentale riflettere sulle possibili conseguenze degli esiti pubblici, che possono scatenare competizioni e/o atti di bullismo, nonché essere potenzialmente fotografati di nascosto e condivisi su internet. Insomma, qualora si decidesse di tornare ai quadri pubblici, non sarebbe meglio sostituire i nomi degli studenti e delle studentesse con le matricole, come accade all’università? Lascio a voi i commenti.
Il Termometro Nazionale, l’editoriale del Gazzettino Metropolitano, è a cura del direttore Marco Fabriani.