Regione Lombardia in prima linea nel supporto degli infermieri: un’opera di valorizzazione dei sanitari delle strutture pubbliche permettendo loro di esercitare anche come liberi professionisti.
Regione Lombardia, infatti, ha investito sugli infermieri di famiglia autorizzando 1.600 assunzioni. «Nel 2020 e a inizio 2021 i concorsi hanno subìto rallentamenti causa Covid, ma ora sono pienamente ripresi. In Lombardia risultano già in servizio ben 1.039 infermieri di famiglia. Le nostre aziende sanitarie su mio impulso stanno tuttora reclutando, anche in previsione dell’incremento degli infermieri di famiglia», ha spiegato la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti.
È aumentato, dunque, il personale infermieristico nel servizio sanitario pubblico regionale lombardo in maniera significativa. «Siamo passati da 39.650 a 41.357 infermieri dipendenti – rimarca Letizia Moratti – il che significa che oltre ai più di mille infermieri di famiglia ci sono 668 infermieri ospedalieri in più rispetto al 2019».
Regione Lombardia, inoltre, seguendo le direttive dell’assessorato e della direzione generale Welfare, sta investendo su tutto il settore delle professioni sanitarie anche a livello organizzativo. Le linee guida Poas (Piani di organizzazione aziendale strategici) hanno infatti disposto che in ogni azienda sociosanitaria pubblica sia prevista una struttura responsabile delle professioni sanitarie: i dirigenti infermieri, come gli altri dirigenti delle professioni sanitarie, potranno così accedere agli avvisi per direttori di distretto. «Per quanto riguarda il settore privato – conclude la vicepresidente Moratti – si sta sperimentando un’avanzata modalità di collaborazione tra Operatori socio sanitari (Oss) e infermieri, nell’ottica di una migliore assistenza al paziente e di una migliore organizzazione del servizio».