«Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto», cantava Antonello Venditti nella celeberrima Notte prima degli esami, ormai diventata un inno intergenerazionale per chi si appresta ad affrontare l’esame di maturità.
Quest’anno l’esame di maturità ha rappresentato un ritorno alla normalità e alla continuità didattica, grazie all’abbandono sostanziale della didattica a distanza. Ci sono ancora alcune differenze rispetto al periodo pre pandemia (la seconda prova per esempio è stata formulata dai professori e non dal Ministero) ma ciò che resta sempre costante sono le sensazioni, le emozioni, paure e angosce degli studenti e delle studentesse che affrontano questo passaggio cruciale, che mai potrà essere considerato una mera formalità. «Sono molto sicura di me stessa per l’orale, è il mio punto forte», confida al Gazzettino Metropolitano Sara Ferrari, studentessa nel liceo Erasmo da Rotterdam indirizzo Scienze Umane. Nella prima prova Sara, futura studentessa di Psicologia all’università, ha scelto la traccia di attualità sul tema dell’iperconnessione, che partiva da un estratto di un libro di Vera Gheno e Bruno Mastroianni; a caldo ci ha raccontato le sensazione sulla seconda prova: «Abbiamo analizzato tre documenti indagandoli dal punto di vista antropologico, sociologico, pedagogico e psicologico: non era una tematica che mi entusiasmava, ma ragionandoci su ho svolto una buona prova».
«La difficoltà più grande è quella di essere al tempo stesso sintetica ed esaustiva», dice Chiara Faroldi, studentessa dell’indirizzo Economico-Sociale. «La seconda prova è stata dura ma la traccia era molto interessante: il primo documento trattava il tema dell’uguaglianza sostanziale e formale. Nella prima prova ho scelto subito la traccia su Liliana Segre e le leggi razziali: era il tema più bello da svolgere secondo me». E sul suo futuro Chiara ha già le idee chiarissime: «Mi sono iscritta alla facoltà di Economia e Amministrazione in Bicocca».
Dall’altro lato della cattedra, a redigere la seconda prova, controllare e, perché no, condividere gli stati d’animo degli studenti, ci sono i professori. Anche per loro la fine della didattica a distanza ha rappresentato un ritorno alla normalità: «Le mie ragazze hanno lavorato bene: c’è chi ha iniziato subito, chi ha preferito leggere attentamente il testo, ma mi aspetto risultati di livello. Quest’anno c’è stata una continuità didattica in presenza fino all’esame di maturità: stiamo tornando alla normalità», spiega Cristina Renna, professoressa di inglese sempre nel liceo Erasmo da Rotterdam. La professoressa Renna si è occupata di redigere la seconda prova scegliendo per la comprensione del testo dei passi di Dickens, Joyce, Orwell.
Primo esame di maturità da professore, invece, per Alessandro Vallati, insegnante di francese: «Ho visto i ragazzi e le ragazze molto tranquilli e la seconda prova scelta internamente ha creato un clima più disteso. Questo esame di maturità è un punto di partenza dopo gli anni di dad. Spero che studenti e studentesse affrontino in maniera distesa anche l’orale, che è sempre un banco di prova in cui l’emotività può fare da padrona».