Le indagini del Nucleo Crimini Informatici e Telematici della Polizia Locale di Milano erano partite nel primo trimestre del 2022: gli agenti stavano effettuando un monitoraggio della rete quando sono incappati in alcune pubblicità sui social che promuovevano un metodo semplice, di successo ed economico per ottenere patenti di guida in poche ore e senza sostenere alcun esame.
Sono stati quindi scoperti due gruppi gemelli sul sistema di messaggistica istantanea Telegram attraverso cui venivano proposti in vendita una varietà di documenti italiani a poche centinaia di euro. Una truffa che, dalla rete Internet, ha portato gli agenti della polizia locale a concentrare le indagini su soggetti del centro Africa con contatti in diverse parti d’Italia. Un raggiro internazionale sul web messo in atto registrando oltre 30 profili dei più famosi social network, utilizzando diverse utenze italiane e carte di pagamento intestate a ignari utenti.
Grazie a indagini articolate su più fronti gli agenti della polizia locale sono risaliti all’attività criminale che operava interamente sul web: i documenti contraffatti, venduti mediamente al prezzo di 150 euro, erano spesso semplicemente patenti reali ritoccate con applicazioni grafiche. Venivano proposti tramite numerosi profili social ma anche da un sito che operava a livello internazionale e attraverso il quale era possibile acquistare il documento abilitativo di guida.
«Bloccare il commercio delle patenti false era il principale obiettivo di questa indagine che sta proseguendo – dichiara il comandante della Polizia locale Marco Ciacci -. C’è il tema della truffa, certamente, ma vanno considerate anche le implicazioni sulla sicurezza stradale, una persona che guida in auto con un documento non in regola è pericolosa. Il web è sempre più teatro di attività criminali, è importante fare sempre molta attenzione, non mandare soldi, foto, dati sensibili o documenti se non attraverso piattaforme sicure».
Gli autori dei reati mostravano agli interessati la foto dei documenti via Whatsapp e si facevano velocemente accreditare su carte di pagamento italiane una parte della quota richiesta per poi rendersi immediatamente irreperibili. Il gruppo era bene organizzato al punto da realizzare persino un clone del ‘Portale dell’Automobilista’ registrato negli Stati Uniti d’America che appariva, per forma e contenuti, identico a quello gestito dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ma che variava nel nome del dominio di una sola consonante.
Le vittime del raggiro, persone disperate per aver perso la patente e soprattutto persone straniere che, appena giunte in Italia, ignoravano completamente l’iter procedurale per l’ottenimento del documento di guida, dopo aver visto l’anteprima del documento realizzato, erano invitate dai venditori a verificare la veridicità del documento inserendo il numero di matricola nel portale ufficiale che ovviamente dava esito positivo ma in realtà il sito era gestito era interamente dai criminali.
Gli autori della truffa sono ancora in corso di identificazione attraverso la tracciatura degli Ip e l’attività investigativa è in corso ma dopo la scoperta della truffa i canali individuati sono stati resi non operativi.