La finestra sul cortile per spiare case di vittime ignare, ma non solo: sono 10 gli indagati nell’operazione Rear window della polizia postale di Milano.
Come nel film di Hitchcock, gli indagati spiavano nelle case altrui: si introducevano, infatti, nei sistemi di videosorveglianza e acquisivano le immagini, violando la privacy di moltissime persone. Stanze d’albergo, studi medici, spogliatoi delle palestre: gli indagati riuscivano a decriptare le password del wifi e ad accedere alle telecamere installate. Un complesso modus operandi che è stato scovato dalla polizia postale: su disposizione della procura di Milano sono state denunciate 10 persone e sono state effettuate altrettante perquisizioni domiciliari.
Il fine di queste operazioni illegali era quello di rivendere le immagini e video delle vittime, ignare di essere spiate, su dei canali social creati ad hoc. Gli account social degli indagati sono stati sequestrati; gli investigatori, inoltre, hanno sequestrato 10 smartphone, 3 workstation, 5 pc portatili, 12 hard disk diverse migliaia di euro, anche in criptovaluta.