La Sesto San Giovanni del futuro è già qui. È stata infatti ultimata la posa della passerella per la nuova stazione a ponte: dopo due nottate di lavori straordinari, è nato il nuovo ponte in acciaio della stazione a scavalco.
Nella notte tra il 6 e il 7 aprile è stata sollevata e posata dalla gru la seconda porzione della passerella a scavalco dei binari della stazione progettata dall’archistar Renzo Piano. Il progetto è firmato MilanoSesto: congiungerà due zone della città divise dai binari, piazza 1° Maggio e le aree ex Falck. «È una doppia emozione – ha dichiarato il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano -, perché si riqualifica la zona, ma soprattutto perché è stata fisicamente creata quella che è la porta d’accesso sulla nuova città, sulla Sesto del futuro, su tutto quello che arriverà. Da una parte abbiamo ora la città già costruita, dall’altro le aree dismesse più grosse d’Europa che in parte sono cantierizzate con il comparto Unione Zero, in parte stanno per essere cantierizzate con il comparto della Città della Ricerca e della Salute. Aree in cui arriverà anche il grande parco urbano da 24 ettari. Tutte realtà che stanno definendo quella che sarà la Sesto San Giovanni del domani. È stato davvero molto emozionante perché abbiamo messo la prima pietra di qualcosa che vedremo nei prossimi anni, la Sesto San Giovanni che verrà».
Quello della stazione a ponte è solo l’ultimo di una lunga serie di interventi pensati per dare a Sesto San Giovanni una dimensione internazionale. Oppure, questione di punti di vista, è solo il primo passo di qualcosa di ancora più grande. Perché ‘il meglio deve ancora venire’, verrebbe da dire. Di una cosa è sicuro il primo cittadino: «Cinque anni fa abbiamo trovato una città completamente ferma. Per 5 anni abbiamo lavorato per sbloccare quella situazione: ripianando i conti del Comune, approvando il Pgt e rimettendo in bolla il volano di tutta quell’area, che è la Città della Ricerca e della Salute. L’effetto calamita oggi è evidente: se prima i fondi e gli investitori scappavano da Sesto, oggi stanno arrivando. Solo una settimana dopo l’approvazione del Pgt, il Gruppo San Donato ha acquisito 110mila metri quadrati per realizzare il San Raffaele 2 con l’Università. Stiamo portando non soltanto fondi e liquidità, ma stiamo portando anche professionalità ed eccellenza nel settore medico scientifico. Se dovesse arrivare un domani anche lo stadio, diventerebbe la ciliegina sulla torta di un’area dove si andrebbe a inserire un’ulteriore eccellenza, questa volta in campo sportivo».
Che tradotto anche in numeri, l’ipotesi dell’arrivo del nuovo stadio di Milan e Inter, che ha fin da subito ottenuto la più totale apertura dell’am- ministrazione Di Stefano, generebbe un indotto di migliaia di nuovi posti di lavoro, tutti in qualche modo legati alla realizzazione dell’impianto. È dunque alle porte la ‘stagione delle eccellenze’ per Sesto San Giovanni? «Noi l’abbiamo sempre vista così – risponde Di Stefano – e abbiamo sempre lavorato puntando all’eccellenza sotto ogni aspetto, attraverso ad esempio la riqualif icazione degli impianti, come le piscine, o sulla sicurezza. Stiamo puntando ad avere un’oasi dei benessere all’interno di un’area metropolitana e il ritorno è si- curamente positivo. C’è un graduale incremento della popolazione: molti cittadini si stanno trasferendo da Milano verso Sesto, in particolar modo dall’area di Loreto-viale Monza. Si è creato un po’ l’effetto contrario, dove da Sesto si andava a vivere a Milano. Ora da Milano stanno venendo a vivere a Sesto, evidentemente è l’effetto di politiche che vanno incontro alle necessità delle famiglie e delle persone. Sono politiche che hanno una visione strategica, non sono casuali».
Tra queste, anche quella del marketing territoriale, fortemente voluta dal sindaco Di Stefano in prima persona, che sarà fondamentale nella Sesto San Giovanni del domani: «Da 5 anni sensibilizzo le aziende internazionali del territorio, a investire proprio sul territorio stesso. La street art per esempio è una forma d’arte che ho fin da subito fatto vedere agli investitori. Faccio sempre l’esempio di Miami, ma sono tantissime a livello internazionale le città che puntano su questa tipologia di arte. In città con Campari ed Enel abbiamo già realizzato tre opere d’arte e in questo momento siamo in una fase iniziale di un progetto che riguarderà Coca Cola ed Heieneken. Riuscire a portare avanti questa politica a Sesto sarebbe secondo me un tassello ulteriore per creare un turismo artistico di giovani da inserire in un contesto che poi deve essere collegato a iniziative del territorio, legate alle famiglie, ai giovani o ad altre realtà che vivono la città. Secondo me nei prossimi 5 anni su questo tema potrà esserci un’ottima sinergia».