La macchina dell’accoglienza è pronta e ben consolidata a Cusano Milanino. Una solida collaborazione tra Croce Rossa, protezione civile e Comune di Cusano ha permesso la prima registrazione e messa in sicurezza dei profughi ucraini arrivati in città.
Un primo giorno avvolto nell’attesa di queste persone, nei cui volti si leggeva la stanchezza per il viaggio estenuante appena compiuto. I bambini giocavano con i volontari nel cortile della sede della Croce Rossa, in attesa del tampone, mentre le mamme, visibilmente esauste, vivevano quel limbo dolceamaro, di chi è contento per essere in salvo, ma al tempo stesso è dilaniato per aver lasciato i propri cari a combattere e per essere fuggito dalla propria terra in balìa delle bombe, della distruzione e della morte.
Oggi Cusano ha dato il benvenuto a queste persone, per garantire ai profughi una permanenza sana e sicura in Italia. Nella sede Croce Rossa in via Pedretti 53, dove erano presenti i volontari della Cri, della protezione civile e il sindaco Valeria Lesma, sono arrivate 12 persone: erano mamme con i loro bambini, 8 in totale, che hanno segnalato le proprie generalità, si sono sottoposte al tampone e poi hanno richiesto assistenza medica, generi alimentari e per l’infanzia. Infatti, in Italia in queste ore sono arrivate principalmente donne con bambini piccolissimi, mentre gli uomini sono rimasti a combattere.
L’iter assistenziale è ben consolidato: la protezione civile ha allestito un gazebo all’ingresso della sede della Cri, dove le persone registrano le loro generalità, per poi essere accompagnate all’interno dove viene effettuato il tampone. È qui che abbiamo incontrato la signora Maria, mentre teneva in braccio un bambino. Ha raccontato del suo viaggio lunghissimo, una coda infinita per varcare il confine e giungere in Romania, da dove poi è iniziato un vero e proprio viaggio della speranza durato 40 ore. «Stanno bombardando la nostra terra, noi siamo qui e ringraziamo chi ci sta accogliendo, il Comune di Cusano, chi ci ha dato una mano in Romania e quanto sta facendo la Polonia. Pensiamo solo a chi è rimasto lì a combattere, noi vorremmo solo vivere in una democrazia», ha detto la signora Maria, visibilmente commossa.
Dopo il tampone, le persone vengono accolte all’interno della sede della Croce Rossa dove viene effettuato uno screening sanitario per garantire le cure necessarie a ciascuno di loro e inoltre l’espletamento di tutte le necessità con la richiesta di beni alimentari, vestiti e di beni relativi all’igiene, come i pannolini per i bambini. Da qui le persone vengono indirizzate nei loro alloggi, soprattutto famiglie che si sono offerte di ospitare queste persone in maniera stabile o temporanea, in attesa di una sistemazione organica. Nei prossimi giorni sono attesi altri profughi, prevalentemente madri con i bambini, ma ancora non si sa quantificare il numero esatto. Il centro della Croce Rossa resterà attivo per i profughi domenica, martedì e giovedì, dalle 15 alle 20, per accogliere i profughi con lo straordinario aiuto di Marina, una volontaria della Cri che fa da interprete con chi arriva qui e fugge dalla guerra.