Era la città delle fabbriche e delle acciaierie. Per decenni è stata Stalingrado d’Italia e città rossa, come ricorda il cartello affisso all’ingresso del Comune, che ancora recita ‘città medaglia d’oro per la Resistenza’. Ma cinque anni fa, nel 2017, è arrivato il primo grande strappo rispetto al passato, quando le amministrative sono state vinte dal primo sindaco di centrodestra, Roberto Di Stefano (eletto con Forza Italia e poi passato alle file della Lega).
A cinque anni di distanza da quel momento, facciamo il punto su quanto è stato realizzato. Partiamo dal bilancio. Al termine di questi 5 anni potete dire di lasciare un Comune in salute?
«Quando ci siamo insediati, nel 2017, abbiamo trovato 14 milioni di euro di debiti di cassa, 21 milioni di buco di bilancio, 5 milioni di debiti fuori bilancio, un fondo cassa di 300mila euro, debiti commerciali per 11,8 milioni e tempi medi di pagamento ai fornitori di 95 giorni. Tempi che sono passati da 95 giorni nel 2018 a 52 giorni nel 2019, e 29 nel 2020. I debiti commerciali sono passati invece da 11,6 milioni di euro del 2018 a 4,4 nel 2019 e 1,3 nel 2020. È migliorato anche il fondo di cassa che dai 300mila euro del 2017 è passato a 8 milioni di euro nel 2018, nel 2019 a 14 milioni di euro, mentre ora è di 22,7 milioni di euro. Con grande responsabilità e coraggio abbiamo svolto un lavoro certosino per risanare i danni contabili lasciati dalle precedenti amministrazioni, danni responsabilmente denunciati e accertati dal Ministero dell’Interno e dalla Corte dei Conti. In tempi record siamo riusciti ad azzerare il buco di bilancio da 26 milioni di euro senza sospendere alcun servizio, mettendo in sicurezza l’ente e uscendo dal predissesto ufficialmente lo scorso dicembre: una grande vittoria sia politica che tecnica».
Avete anche operato tagli sui dipendenti comunali.
«Sì, nel 2017 i dipendenti erano 650, oggi sono 515: abbiamo razionalizzato la spesa. Ora il Comune funziona meglio anche grazie alla digitalizzazione. L’unico ufficio che non ha ridotto i suoi numeri è quello della polizia locale». A questo proposito, che tipo di collaborazione c’è con le forze dell’ordine e come avete lavorato per la sicurezza? III «Siamo stati in grado di ribaltare i numeri in questo senso. Ora Sesto è uno dei Comuni più sicuri della Città Metropolitana. Abbiamo installato e sostituito 120 telecamere di ultima generazione, che consentono il riconoscimento dei volti e la lettura delle targhe. Con il progetto ‘scuole sicure’ abbiamo messo sotto controllo tutte le scuole del territorio, i viali principali e i punti di accesso. Abbiamo aperto a polizia di Stato e carabinieri la possibilità di accedere al controllo a tutte le telecamere del territorio: prima era consentito solo alla polizia locale. Abbiamo predisposto software intelligenti, installando su alcune telecamere anche altoparlanti per comunicare con il comandante della polizia locale. Stiamo andando sempre più in direzione di una smart city. Per questo ho chiamato come assessore Marco Lanzoni, esperto di telecamere e videosorveglianza».
Come avete affrontato il tema igiene urbana?
«Siamo andati molto forte sulla raccolta differenziata, per step. Nel 2017 non era ancora estesa a tutto il territorio, ma si faceva la differenziata solo in un quartiere su 5. Abbiamo dato una forte accelerata, e siamo passati dal 47 per cento di differenziata a oltre il 70 per cento. Tutto ciò è stata la premessa per far funzionare un progetto importante come quello della biopiattaforma. Il vecchio inceneritore – abbattuto pochi mesi fa – sarà sostituito da un progetto di economia circolare basato sul riciclo dei rifiuti». Opere pubbliche: su quali avete puntato? III «Recentemente è stata inaugurata la piscina De Gregorio; per fine maggio aprirà il lido estivo della Carmen Longo. Abbiamo fatto tanto sulla riqualificazione dei parchi. Poi i lavori al PalaSesto, al centro sportivo Falck e al Villaggio Falck. Abbiamo riqualificato largo Morganti e tanta attenzione è stata dedicata alla riqualificazione delle periferie: abbiamo rifatto il porticato nel quartiere Marzabotto. In questi anni è stata riprogettata la metropolitana, con il prolungamento della Lilla e rilanciato il territorio in una logica di maggiori servizi, vivibilità, avanguardia e mobilità sostenibile».
Parlando di opere, quali sono i prossimi passi per la Città della Salute?
«Abbiamo portato avanti il progetto della stazione a ponte, che sarà il punto di accesso al maxi polo. Sta partendo il progetto di comparto Unione Zero, e nei prossimi due mesi dovrebbe partire la cantierizzazione della vera e propria Città della Salute».
Che rapporti e scambi ci sono con Milano e Città Metropolitana?
«Ottimi, soprattutto in fatto di viabilità e trasporti. Ci siamo battuti per l’eliminazione della tariffa extra urbana per il biglietto della metropolitana. Per questo abbiamo instaurato un tavolo di dialogo con Milano. C’è stato un lavoro di progettazione sulle piste ciclabili di viale Monza, che si collegano alle nostre fermate della metro, consentendo da Milano l’arrivo a Sesto (e viceversa) senza l’utilizzo dell’auto. Anche la riapertura di viale Gramsci, il cui cantiere era fermo da tempo, è riuscita per una gestione dei rapporti con Milano, perché abbiamo voluto sganciare quel cantiere da quello generale».
Come valuta Sesto da un punto di vista commerciale?
«È una città attrattiva, lo confermano le tante aperture di negozi anche in periodo di pandemia. Abbiamo messo a punto una manovra da un milione e mezzo di euro per sostenere il commercio locale, che è la spina dorsale della nostra città. Ha portato traffico – e quindi a una spinta commerciale – anche sostenere eventi come la rassegna del Carroponte o la Spring Cup. Siamo inoltre riusciti ad arginare in parte il problema delle chiusure causa covid predisponendo 2.500 mq di suolo pubblico per i dehor».
Parliamo infine di giovani e aggregazione: cosa si è fatto?
«Ci sono diversi centri di aggregazione; ma con attenzione rispetto al fatto che sia una aggregazione sana, controllata, intervenendo sugli eccessi e le sbavature. Abbiamo sempre coinvolto le associazioni sportive come punti di aggregazione: per esempio l’avere dedicato due project alle piscine, il centro sportivo Falck, le attività dedicate esclusivamente ai giovani. Ora siamo ufficialmente ‘Città Europea dello Sport’. Stiamo installando delle strutture in diversi parchi cittadini per dare la possibilità di fare fitness all’aperto. Abbiamo individuato Spazio Arte come luogo di aggregazione per i giovani, supervisionati dai nostri psicopedagogisti. Sono stati avviati anche centri di aggregazione multifunzionale, come Pelucca e Rondinella. Coinvolgendo i giovani, i meno giovani, le associazioni di volontariato, le parrocchie e gli oratori».