La Rete Salute e Sanità Pubblica di Sesto San Giovanni ha diffuso un comunicato in cui si «denuncia» la chiusura della terapia intensiva dell’Ospedale di via Matteotti a Sesto San Giovanni a causa della necessità di spostare il personale all’Ospedale in Fiera, a Milano, a causa dell’aumento dei contagi di Covid-19.
«Regione Lombardia, le Direzioni di ATS e ASST, con il necessario assenso del sindaco, hanno deciso di spostare il personale medico e infermieristico in altre strutture impoverendo ancora gli Ospedali Pubblici. A Sesto si perde un’attività fondamentale per il buon funzionamento di un ospedale e si rende inutile il Pronto Soccorso», scrivono i cittadini che fanno capo alla Rete in una nota.
Ma Asst Nord Milano risponde: «A Sesto sono stati chiusi i 4 posti di terapia intensiva in questo periodo, vista appunto la necessità di spostare parte del personale nel Polo in Fiera, ma rimangono comunque gli anestesisti. Questi medici garantiscono la continuità assistenziale ai pazienti, la sicurezza per le mamme del punto nascita e per i pazienti in generale e infine un pronto intervento nei casi di pazienti più gravi. Inoltre, la terapia intensiva verrà riaperta non appena passerà la quarta ondata di Covid».
Il problema dei medici di base
La Rete Salute e Sanità Pubblica si sofferma anche sull’emergenza medici di base, poiché, in questo momento, non ci sono medici di base disponibili sull’intero territorio cittadino: «A Sesto a fine dicembre sono andati in pensione alcuni medici di base, i pazienti non sono stati avvertiti e si sono trovati da un giorno all’altro senza medico», scrivono nella nota. Asst però commenta che: «È vero che non ci sono medici di base disponibili in città, al momento, ma questa problematica non è di competenza di Asst».
Centro tamponi di via Marx
Infine, i cittadini della Rete salute, puntano il dito sul centro Prelievi di via Marx, chiuso da Asst: «A Sesto il Centro Prelievi di Via Marx è stato di nuovo chiuso.
Se vogliamo visite ed esami in tempi ragionevoli dobbiamo accettare visite private e costi per ridurre l’attesa che spesso, nel mancato rispetto della legge, è di mesi se non di anni. Dal CUP – Centro unico di prenotazione – vengono già indicati gli istituti privati per rispondere alle necessità di cura dei cittadini: visite ed esami rimborsati con soldi pubblici». Ma Asst assicura: «Il centro prelievi riaprirà martedì 25 gennaio, è rimasto chiuso solo durante le festività a causa di qualche positività tra il personale e della necessità di infermieri nei punti tampone del territorio».