È trascorso esattamente un anno dall’insediamento di Simone Cairo. Il primo cittadino di Bresso, lo scorso giugno, usciva vincitore al primo turno dalla sfida con l’ex sindaco Pd Ugo Vecchiarelli e il candidato pentastellato Adriano Longo. E con il 52,65 per cento delle preferenze portava il centrodestra alla guida della città, dopo vent’anni di amministrazione di centrosinistra. Per fare il punto su questi primi 365 giorni
di amministrazione, su progetti realizzati e in cantiere, abbiamo invitato Cairo nella nostra redazione. Ecco l’intervista.
Quali sono state le priorità del primo anno di amministrazione?
«Urbanistica, manutenzioni, bilancio, trasporti. La priorità era approvare il piano regolatore, che era bloccato in Regione. In meno di nove mesi abbiamo attuato la variante e a beneficiarne sarà tutto il territorio del Nordmilano: all’interno del piano è previsto infatti lo sviluppo di Zambon, polo di eccellenza che, si stima, porterà circa 600 nuovi posti di lavoro. L’obiettivo era intervenire sull’urbanistica, ridisegnando la città soprattutto con l’obiettivo di portare occupazione».
Cos’altro è cambiato?
«L’attenzione al territorio, intesa come piccola grande manutenzione, a partire in- nanzitutto dalle scuole. Non abbiamo a disposizione grandi risorse, ma nonostante ciò abbiamo già investito centinaia di migliaia di euro e questa estate prevederemo altri 400mila euro. Abbiamo poi vari cantieri aperti, sul cimitero ad esempio».
Una criticità è stata rappresentata dal bilancio…
«Abbiamo guardato al bilancio in modo molto analitico, chiu- dendo quello del 2018 con un disavanzo di oltre tre milioni di euro. Abbiamo fatto emergere un problema strutturale che da oltre 10 anni affliggeva il Comune di Bresso: venivano indicate a bilancio sanzioni, Tari e vari tributi, per attività e aziende, ma queste cifre non venivano mai in- cassate e non si perseguiva chi non pagava, per non ‘disturbare gli amici’. Ora c’è un cambio epocale. Abbiamo notificato le in- giunzioni di pagamento e chi non salderà entro 60 giorni sarà soggetto al recupero coattivo. Dovremo sanare il disavanzo entro 3 anni. La nostra priorità è tutelare chi ha sempre pagato. Non stiamo cancellando multe e tasse non pagate, stiamo scoperchiando un meccanismo che non funzionava».
Quale approccio avete utilizzato sul trasporto pubblico?
«Totalmente diverso rispetto al passato. La metrotranvia è un progetto che ci vincola da 20 anni e non parte, a cui stiamo ribadendo la nostra contrarietà. È un piano nato un’era fa, ma ora il trasporto pubblico sta cambiando. Vogliamo salvaguardare le attività industriali presenti sulla tratta della tranvia. Dall’altra parte, stiamo dando una spinta enorme alla metropolitana e al progetto dello sbinamento verso Monza, con fermate su Bresso, Cusano e Cinisello. Si deciderà entro il 2019 e noi ci crediamo: le metropolitane ormai devono uscire da Milano».
Sul piano della cultura qual è stata la filosofia? «Superare l’idea che la cultura la fa direttamente il Comune, noi promuoviamo le realtà del territorio. Cerchiamo di cogliere la pluralità di interessi, a 360 gradi».
Quali sono i progetti in cantiere?
«Innanzitutto il nuovo piano sui capannoni ex Iso Rivolta. Abbiamo ereditato i lavori avviati dove doveva essere realizzato un teatro. Abbiamo deciso di modificare il progetto, optando per una sala conferenza flessibile, modulabile e polifunzionale, che ospiterà corsi di ginnastica, feste, con tre spazi diversi. Qui anche l’Ute troverà una sede più moderna. A pari costo, abbiamo fatto in modo di portare una maggiore utenza, in modo che ci sia un ritorno più alto».
Una delle critiche mosse dall’opposizione riguarda i tagli sui servizi alla persona.
«Con un disavanzo di 3 milioni di euro, abbiamo avuto momenti di difficoltà ma non stiamo tagliando sui servizi. Si faranno dei sacrifici, ma non sulla pelle delle persone. Per esempio l’assistenza scolastica ai disabili verrà valorizzata. Dovremo razionalizzare le spese ma le cose importanti non le toccheremo. Un aspetto centrale per noi, inoltre, è quello del dialogo: siamo aperti all’ascolto dei problemi delle famiglie e delle associazioni. Oltretutto l’attenzione ai servizi sociali, partendo dal controllo del territorio e dall’attenzione ai minori, è tra le priorità. Prevediamo anche dei percorsi di reinserimento mirati, basati sulla capacità del territorio di fare rete».
Come state operando sul piano della sicurezza?
«Stiamo cercando maggior collaborazione e coordinamento con le forze dell’ordine. Dopo tanti anni, acquisteremo un’auto nuova e nuove divise per la polizia locale, cambieremo il sistema radiomobile. Abbiamo assunto un vigile subito e aperto un concorso: ora per tre agenti e da gennaio per altri due. Siamo partiti con 14 vigili in sevizio, che sono pochissimi. Stiamo lavorando sull’illuminazione pubblica, sul controllo del vicinato e vorremmo investire anche sulle videocamere, ma il progetto è fermo perché mancano le risorse. Appena potremo realizzeremo anche quello».
Parliamo invece di sicurezza ambientale.
«Bresso purtroppo è stata associata molto spesso alla legionella. Non ci siamo dimenticati e non abbiamo abbassato la guardia. Insieme ad Ats e Regione Lombardia abbiamo continuato a controllare sia l’ac- quedotto che gli impianti di condizionamento, visto che non se ne trovò la causa. Abbiamo aumentato i controlli e costituito un tavolo permanente tra Ats, Cap e Politecnico. Stiamo per lanciare una campagna di pro- memoria, con affissioni di volantini sul territorio per la prevenzione. E sanificheremo scuole, centri sportivi e palestre. Per la prevenzione dei rischi ambientali invece, è in corso un tavolo tra protezione civile, Croce Rossa, Comune e polizia locale, per attivare un Piano comunale di protezione civile, utile nelle piccole e grandi emergenze. Verrà redatto un manuale di intervento, con i numeri e tutte le informazioni utili».
di Margherita Abis