Terza dose anti Covid-19, vaccinazione sì o no?

vaccino covid

Il tweet della Commissaria Europea alla Salute Stella Kyriakides del tardo pomeriggio del 27 ottobre, parla chiaro sull’indirizzo intrapreso dalle Istituzioni e dalle comunità scientifiche: «Cases are rising again across Member States. The message to citizens everywhere is the same: trust the science on vaccines!», «I casi sono nuovamente aumentati in tutti gli Stati Membri. Il messaggio a tutti i cittadini del mondo è lo stesso: fidatevi della scienza sui vaccini!». Sul sito del Ministero della Salute, da fine settembre è stata pubblicata la circolare che comunica ufficialmente l’avvio della somministrazione delle dosi ‘booster’ di vaccino anti covid-19 a soggetti di età pari o superiore agli ottant’anni, personale e ospiti dei presidi sanitari per anziani, esercenti le professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario, a partire dai soggetti di età pari o superiore ai sessant’anni o con patologia concomitante tale da renderli vulnerabili a forme di Covid 19 grave o con elevato livello di esposizione all’infezione.

Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ribadisce, in una intervista su Radio Capital, il profondo impegno delle istituzioni verso la campagna vaccinale che è stata cominciata preventivamente anche per la terza dose e sottolinea che «verosimilmente una terza dose sarà necessaria per tutti». Continua il sottosegretario: «Da gennaio sarà vaccinata il resto della popolazione, scaglionata secondo quando è stata fatta la dose precedente». E per chi ha fatto i vaccini non mRna dichiara: «Necessario richiamo eterologo per chi ha fatto Johnson in tempi molto brevi ma aspettiamo le indicazioni degli enti regolatori in maniera completa».

L’Ema ha concluso lo studio sui vaccini Moderna ed ha approvato la terza inoculazione dopo 6/8 mesi in quantità pari alla metà della prima dose somministrata, avendo appurato che porta un incremento degli anticorpi negli adulti con difese immunitarie ridotte. Ricordiamo che, anche la terza dose per i vaccini Pfizer ad almeno sei mesi di distanza dalla seconda somministrazione, era già stata approvata dagli enti regolatori i primi del mese di ottobre. Rimane adesso un grosso dilemma, quanto incide sulla volontà di vaccinazione il rischio di effetti collaterali legati ad una terza inoculazione?

L’Ansa riporta i dati del Ministero della Salute Israeliano che sembrano essere in maniera significativa più leggeri, mettendo a paragone la terza dose con le prime due.  Dolore nella zona della vaccinazione è stato riscontrato in 42,7 persone per milione nella terza dose rispetto alle 222.9 della seconda e 514.3 della prima. Spossatezza generale in 86.6 persone per milione nella terza rispetto alle 271.8 della seconda e 251.1 della prima somministrazione. Infine per le miocarditi hanno riscontrato un valore non significativo. Per quanto riguarda il Moderna, L’Ema indica che il rischio di effetti collaterali sostanzialmente rimane simile alla percentuale stimata per la seconda dose ma che ci sarà un monitoraggio scrupoloso su ogni fenomeno.

Flavia Pruner