Si fa sempre più combattuta la questione che riguarda l’eutanasia. Il dibattito, acceso in diverse nazioni, ha trovato riscontro positivo in Spagna, che, nel marzo 2021, è stato il settimo paese al mondo a depenalizzare il supporto a morire per i pazienti con patologie incurabili, molto gravi e dolorose o patologie croniche e disabilitanti.
Come riassume l’avvocato Mariechristine Demasi in un suo parere su Altalex, in Italia, in materia di giurisprudenza abbiamo avuto una situazione sempre molto lacunosa, nel 2007 la Cassazione Civile n° 21748/2007 ammetteva, limitatamente a casi estremi, la possibilità di autorizzare la sospensione delle cure mediche nel caso in cui il quadro clinico fosse oggettivamente irreversibile e fosse accertata la volontà del paziente. La norma spiega che, non sono assimilabili come significato e come scopo l’interruzione della terapia con l’Eutanasia, in quanto, con la prima il malato sceglie di non assoggettarsi all’accanimento terapeutico, mentre la seconda ha come obiettivo abbreviare la vita, causandone positivamente la fine.
Nel 2017 è approvata la legge 219 che in conformità agli artt. 2, 13 e 32 Cost e degli artt. 1,2 e 3 della CEDU, garantisce l’autodeterminazione e la dignità del paziente, con la possibilità di proseguire o meno il trattamento terapeutico senza generare fraintendimenti sull’interpretazione della Eutanasia e prendendone le distanze. I punti fondamentali di questa legge sono il consenso informato ed il testamento biologico. Nel 2019 la Corte Costituzionale con sentenza 242 dichiara illegittimo l’art. 580 cod. pen. non escludendo la punibilità di colui che agevola il proposito di suicidio (autonomamente e liberamente deciso in totale consapevolezza) del paziente affetto da patologia irreversibile e fonte di insostenibili sofferenze psicologiche e fisiche e tenuto in vita solamente da trattamenti di sostegno.
Attualmente, sull’argomento, la situazione nel nostro Parlamento è in forte stallo, ed il tema della libertà di scelta e di chi è affetto da una malattia terminale sembra oggi sovrastato da problematiche che conquistano più facilmente i salotti televisivi. Nonostante tutto, in questo silenzio, dal 17 giugno 2021, ben 10.937 volontari e 2.000 autenticatori appartenenti ad ogni schieramento politico e fede religiosa, hanno già raccolto 250.000 delle 500.000 firme che servono per convocare il Referendum per l’Eutanasia Legale, secondo i dati resi pubblici dal Comitato Promotore. In una dichiarazione all’Ansa, grande è la soddisfazione di Marco Cappato (Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, assolto in primo grado ad aprile 2021 dalla Corte di Appello di Genova ed in secondo grado a luglio 2021 nel processo Welby-Cappato per l’aiuto al suicidio e l’assistenza fornita a Davide Trentini, malato di sclerosi multipla cronica progressiva, nel raggiungere la Svizzera per ricorrere al suicidio assistito). «La campagna –dichiara Cappato – sta riscuotendo un successo di adesione democratica senza precedenti. Le persone conoscono l’importanza del tema per averlo vissuto direttamente in famiglia».
Flavia Pruner