Raccolti 89 quesiti dei sestesi. Ora il dialogo sulle compensazioni
di Noemi Tediosi
Inceneritore addio, arriva la Biopiattaforma Lab, firmata Cap-Core. Ormai è sicuro:
l’impianto che mira a produrre biometano dalla depurazione dei fanghi, interconnesso
con lo smaltimento della Forsu e la depurazione delle acque, si farà.
Ora in via Manin sorge il termovalorizzatore: un inceneritore mal sopportato dagli
abitanti e dalla giunta. «Chiudere il forno inceneritore era una mia priorità, inserita anche nel programma elettorale», ha esordito il sindaco Roberto Di Stefano durante l’incontro di martedì 2 aprile, quando a SpazioA i cittadini si sono trovati faccia a
faccia con esponenti di Cap e Core e hanno ricevuto un documento che rispondeva
alle 89 domande della cittadinanza.
Il faldone consegnato a comitati di quartiere e privati raccoglie le risposte
di Cap ai quesiti, divisi in sei macroaree: aspetti amministrativi, ambientali,
economici, relazione con il territorio, risposte dall’amministrazione comunale
e le questioni che esulano dalle competenze del Gruppo Cap. «Abbiamo preso in
seria considerazione tutte le domande arrivate – ha dichiarato Alessandro
Russo di Cap -. Sono state accolte tutte le richieste amministrative e quasi tutte
le richieste ambientali mentre quelle rigettate, lo sono state perché non
previste dalla legge: ad esempio, è impossibile esentare tutto il quartiere di
Cascina Gatti dal pagamento della Tari». Rispetto al forno odierno, la Biopiattaforma
(la cui costruzione richiederà 3 o 4 anni) ridurrebbe l’impatto ambientale
dell’80 per cento, grazie alla trasformazione dei rifiuti in fanghi, invece della loro
combustione.
Rimane il nodo delle compensazioni: fondi che il Comune può utilizzare per mitigare l’impatto dell’impianto. «Le compensazioni, –
ha sottolineato Michele Falcone di Cap – il cui importo non supererà il 6
per cento del valore dei lavori, saranno scelte dall’amministrazione comunale. Questa è un’opera ‘prima’ in Italia ma è fortemente controllata a livello locale e nazionale». Anche i comitati di quartiere sono stati rincuorati dalla disponibilità di Cap e Core, con una
sola riserva: «Avremmo voluto avere le risposte prima dell’incontro, in modo da poterle studiare e fare domande puntuali. Richiederemo quindi un secondo momento di confronto».