La Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson è stata fondata nel 1993 ed è la prima fondazione italiana dedicata alla ricerca sulla malattia di Parkinson e Parkinsonismi con l’obiettivo di guarire e non solo curare con una terapia sostitutiva.
Raccoglie ogni anno almeno 25mila scelte con il 5×1000. Persegue quattro diverse linee di ricerca principali, come identificare farmaci che possano bloccare la progressione dei disturbi, o trovare test che possano fare riconoscere la malattia prima che si presentino i sintomi motori. Inoltre, si cerca di applicare trattamenti multipli, non solo farmacologici, per alleviare i sintomi, come ad esempio la fisioterapia, logoterapia, dietoterapia, psicoterapia. Si può anche verificare sul campo la sicurezza dei trattamenti proposti ai pazienti.
In quasi trent’anni di attività la Fondazione ha pubblicato oltre 300 lavori scientifici sulle migliori riviste internazionali e sostenendo moltissimi progetti di grande rilevanza scientifica: viene finanziata dagli anni ‘90 il registro di patologia della Malattia di Parkinson, ora presso il Centro del Pini-CTO di via Bignami 1 a Milano, che contiene i dati di oltre 30mila pazienti. È stata realizzata l’unica banca italiana di tessuti nervosi (encefali), insieme con il Niguarda di Milano e l’Università Statale di Milano che risulta preziosissima per poter avere un riscontro post mortem di carattere diagnostico e per effettuare ricerche scientifiche con materiale biologico unico. Viene finanziata da anni una banca genetica che contiene 9mila campioni di pazienti e soggetti sani.
La Fondazione si è recentemente impegnata in un vastissimo studio sulla flora batterica nei pazienti e in soggetti sani, con lo scopo di capire se vi sia un tipo di flora batterica che produce la malattia ed eventualmente se sia possibile apportarne modificazioni con le tecniche più innovative. È stata avviata la più grande raccolta al mondo di gemelli, dei quali almeno uno affetto da Parkinson. Fino ad ora sono state identificate 82 coppie, delle quali 42 monozigoti (cioè identici): questo è un esempio biologico unico, che ci consentirebbe di scoprire che cosa succede di diverso in due individui che hanno un DNA assolutamente identico ma di cui molto spesso uno solo è malato. «Per i gemelli abbiamo richieste di collaborazione da tutto il mondo. Fra i molti studi che è impossibile menzionare interamente ricordiamo quello c ondotto in Africa e in America Latina sullo sviluppo di una terapia a base di levodopa, ricavata da un legume che cresce in quelle aree e consente di curare la malattia a costi praticamente pari a zero, in queste aree milioni di pazienti non possono comperare farmaci», dichiarano dalla Fondazione. Con il 5×1000 La Fondazione ha raccolto circa 1.400.000 euro nel 2020. «Molti ci domandano come facciamo a spendere così poco per tutte queste iniziative – spiegano -. Noi rispondiamo che le risorse sono sempre poche e devono essere spese con intelligenza, da persone che lavorano con grande passione».
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