«Viene stuprata la mattina, il pomeriggio fa kitesurf e denuncia dopo 8 giorni: è strano». Con queste parole, pronunciate dall’ex comico e fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, si è aperta nei giorni scorsi una nuova pagina del patriarcato.
La narrativa stereotipata, secondo la quale una persona non aspetta a denunciare o parlare di una violenza subita, non tiene conto di una serie di fattori. In primis, del tempo di elaborazione. Il video pubblicato da Beppe Grillo (tanto forzato quanto strumentalizzato) una cosa positiva però l’ha fatta. Ha creato intorno a sé un movimento paragonabile a quello del #metoo post Weinstein.
Si è diffuso così sui social l’hashtag #ilgiornodopo: tante donne vittime di violenza (o meglio, ‘sopravvissute’), hanno iniziato a raccontare. E a raccontare soprattutto il loro giorno dopo. Raramente si corre con lucidità in commissariato a denunciare (e quando succede, tanto di cappello). Più tipicamente, il giorno dopo non ci si è resi nemmeno conto di quanto accaduto. Abbiamo già raccolto alcune segnalazioni, le testimonianze e i pensieri di donne (e uomini) del Nordmilano che vogliono raccontarsi, o semplicemente dire la loro sull’argomento. Ma cerchiamo la testimonianza di altre persone che vogliano raccontare (sempre anonimamente) la propria esperienza. Raccontateci il vostro #giornodopo per dar voce all’ingisutizia.
Stella, nome di fantasia, 34 anni, Cormano:
«Come penso sia successo a moltissime donne, mi è capitato di subire molestie e tentate aggressioni. Una volta in particolare non la dimenticherò. Cinque anni fa stavo tornando dai miei allenamenti, era tardi. Un ragazzo, forse anche più piccolo di me, ma molto forte, mi ha sbattuta contro un muro vicino casa e si è abbassato i pantaloni. Poi ha sentito qualcuno passare ed è corso via, ho evitato il peggio. Il giorno dopo? Ho ricacciato dentro le lacrime e sono andata avanti. Non ho detto niente a nessuno, sono tornata ad allenarmi e sono andata a casa di mia nipote a giocare con lei. Quello che non ho fatto? Chiudermi in casa».
Inviateci la vostra esperienza a: redazione@ilgazzettinodisesto.it