Fedez non ha scoperto ‘l’acqua calda’, e non me ne voglia l’artista. La sua denuncia sulla censura a Rai 3 per il suo intervento del Primo Maggio è stata sicuramente più moderna, grazie alle tecnologie audio/video che ci hanno fatto ascoltare la conversazione, ma va ad accodarsi a quelle iniziate negli anni settanta dai radicali di Marco Pannella, quando ancora c’era la tv in bianco e nero o non tutti avevano quella a colori.
Tante le battaglie del leader abruzzese: dal divorzio all’aborto, passando per i diritti civili, giustizia e altro, dove spesso avere spazi televisivi per illustrare tali argomenti era difficile. E quante volte Pannella è dovuto ricorrere allo sciopero della fame per avere spazi informativi. La denuncia di Fedez, e ha fatto bene a farla, è un disco già sentito, ma finché la politica deciderà determinate nomine, la musica difficilmente cambierà!
Intanto, in questo Primo Maggio, festa dei lavoratori, si è parlato più di Fedez e Rai di chi, invece, non ha lavoro, e scusate se è poco!
L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani