Cinisello Balsamo, dopo l’Irpef è scontro politico sulla Tari

Dopo l’Irpef, la Tari. Maggioranza e opposizione del consiglio comunale di Cinisello Balsamo ancora una volta uno di fronte all’altro, separati da differenti vedute in ambito economico e di gestione delle risorse.

Se da un lato l’amministrazione comunale sostiene, attraverso il nuovo piano tariffario, di poter raggiungere l’obiettivo di armonizzare la Tari riportando un maggior equilibrio tra le utenze domestiche e quelle non domestiche (favorendo, nei piani del Comune, le categorie dei commercianti e delle imprese che fino al 2017 arrivavano a coprire il 70% dei costi della Tari), dall’altro l’opposizione non ci sta e replica al piano approvatp.

«La nuova rimodulazione andrà a vantaggio delle categorie più colpite negli anni e che, in aggiunta, sono rimaste chiuse durante il lockdown, tuttavia senza penalizzare le famiglie», hanno spiegato dal Comune. Più nel dettaglio è entrata invece l’assessore al Bilancio e Tributi Valeria De Cicco: «Nonostante i diversi ostacoli tra cui gli aumenti dei costi di smaltimento e la criticità legata all’espletamento del servizio durante i mesi dell’emergenza sanitaria, siamo di fronte ad una oculata gestione dei conti da parte dell’Azienda Nord Milano Ambiente, che ha permesso di non aumentare i costi di gestione che devono per legge essere coperti dalla Tari. Tra i comuni del Nord Milano, il Comune di Cinisello Balsamo è quello che presenta una tariffa più bassa». Secondo il Comune, infatti, Il costo complessivo del servizio di gestione dei rifiuti nel 2020 si era ridotto di quasi 300mila euro rispetto al 2019, e per il 2021 è rimasto pressoché invariato, attestandosi a 10 milioni e 303mila euro.

L’opposizione, con tutti i partiti uniti, però contesta: «I calcoli fatti sono impietosi e tendono pure a peggiorare per le famiglie più numerose. Ad esempio, una coppia senza figli, con un appartamento di 80 mq, nel 2018 pagava 127 euro, nel 2020 153 e nel 2021 arriverà a 164 euro (+29% in tre anni); oppure, una coppia con due figli e un appartamento di 100 mq pagherà quest’anno 253,5 euro rispetto ai 188,2 del 2018, un aumento del 35%. Inoltre dal 2018 la percentuale dei costi di Nma a carico delle utenze domestiche è passata dal 43% del 2018 al 51% del 2021». Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Cinisello Balsamo Civica hanno pesantemente contestato questa scelta politica: «Assessore alla famiglia, tavoli per la famiglia e fattore famiglia sono solo parole retoriche che nascondono un vuoto di contenuti e, anzi, una azione politica che delle famiglie se ne disinteressa bellamente. Si tratta quindi di un trend costante, che dopo l’esenzione Irpef e ora con la Tari ha finora caratterizzato l’intero mandato della Giunta Ghilardi, ovvero penalizzare sempre le famiglie specie quelle più deboli, contraddicendo i punti 5 (Persone e famiglia) e 8 (Meno tasse) del loro stesso programma».

Immediata, però, la contro risposta dell’assessore De Cicco in una nota: «L’opposizione dà una cattiva informazione ai cittadini e propone dei calcoli artificiosi, non ammettendo che la situazione era in disequilibrio da tanti anni. Non ci sarà nessuna stangata per le famiglie, ma un maggior bilanciamento per non penalizzare gli operatori economici. Un errore a monte, con una sproporzione iniqua. Senza considerare che quest’anno i negozi chiusi non hanno prodotto rifiuti. Per venire in aiuto alle famiglie la prima rata sarà al 16 ottobre e la seconda nel 2022».