La manifestazione ‘Abbiamo a cuore la scuola‘ ha portato oggi pomeriggio, in Piazza della Resistenza, un centinaio fra bambini e genitori di Sesto San Giovanni, che hanno protestato pacificamente per riaprire le scuole di ogni ordine e grado. Una protesta che nel Nordmilano ha già fatto tappa in altri Comuni, come Cusano e Cinisello, e che vede al fianco delle famiglie anche i sindaci.
Scuole chiuse nonostante l’impegno di genitori e insegnanti
«Già dal primo lockdown dello scorso anno scolastico, gruppi di genitori e docenti si sono attivati per chiedere maggiore attenzione al mondo della scuola, sia in relazione a questo periodo di pandemia che in generale. Purtroppo, nonostante i buoni propositi (alcuni, a ben vedere, rimasti nelle parole) e il grande lavoro fatto all’interno delle scuole da tutto il personale scolastico, sembra di essere di nuovo da capo: le scuole sono state chiuse, anzi, nel caso delle
superiori, non sono state praticamente mai riaperte. E non si sa quanto questa situazione andrà avanti. Le richieste di monitoraggi tempestivi e costanti, di tracciamenti efficaci che avrebbero potuto permettere la gestione dei casi verificatisi tra i bambini e ragazzi non hanno trovato risposte soddisfacenti», hanno commentato oggi i genitori.
Dad, il secondo round
«Di sicuro rispetto allo scorso anno sono stati fatti passi in avanti da gigante in termini di competenze (in primis del personale docente), di organizzazione, di disponibilità di devices. Ma non possiamo non pensare che la DAD sia solo una soluzione tampone, che può funzionare, prescindendo da tutto ciò che nella scuola è relazione, solo dove le situazioni familiari reggono. Le diverse condizioni economiche/culturali/organizzative di ogni famiglia rendono infatti
la scuola a distanza qualcosa che rischia solo di aumentare a dismisura le disuguaglianze, di avere maggiori ripercussioni su situazioni già fragili, di generare nuovi bisogni educativi speciali, di provocare danni a lungo termine, abbandoni scolastici, con cui, prima o poi, bisognerà fare i conti», continuano i genitori.
Le richieste delle famiglie
Chiediamo a Regione Lombardia e Ats di attivarsi per portare a termine, nei tempi più rapidi possibili,la campagna di vaccinazione per
docenti e personale Ata; effettuare test rapidi antigienici periodici nei plessi scolastici al fine di monitorare continuamente il contagio e intervenire tempestivamente, isolando le singole classi; effettuare tamponi molecolari per il rientro in classe anche dei contatti stretti; riattivare i presidi medici all’interno delle scuole; aumentare punti per tamponi rapidi gratuiti a Milano e sull’area metropolitana; diffondere informazioni sanitarie tradotte anche per cittadine e cittadini di origine straniera.
Chiediamo anche al Governo, dentro e fuori questa pandemia: che il personale docente sia stabilizzato, basta precari nella scuola, basta classi che
iniziano a lavorare a fine ottobre perché gli insegnanti non ci sono e i supplenti non arrivano; che siano investite risorse per destinare più spazi alle scuole; che sia abbassato il tetto massimo di studenti per classe eliminando così le classi pollaio; che siano assegnate tutte le ore di sostegno ad alunne e alunni con disabilità: i soggetti più fragili sono stati i più penalizzati in questa pandemia.
All’amministrazione comunale chiediamo: che siano assegnate tutte le ore di educativa ad alunne e alunni con disabilità, perché le ore stanziate non coprono neanche il 50 per cento del bisogno; che si investa nella manutenzione delle scuole, non tolleriamo più ritardi e disagi per le nostre figlie e figli; che venga assicurata una connessione internet adeguata nelle scuole; che si studino soluzioni, compatibili anche con questo periodo di pandemia, per la
gestione dei vari servizi educativi e si programmino per tempo i centri ricreativi estivi comunali.
Di seguito una galleria fotografica con le immagini della protesta