Continua lo scontro sui consultori a Cinisello Balsamo. Il dibattito è ormai aperto, dopo che l’assessore Valeria De Cicco ha accusato le donne del ‘Coordinamento Donne Libere di Scegliere’ di strumentalizzazione.
«In più occasioni ci è stato confermato da Asst che non c’è nessuna ipotesi di chiusura né di ridimensionamento del servizio, come è stato riferito anche durante la Commissione Servizi Sociali che si è riunita il 2 marzo, durante la quale hanno partecipato alcune componenti del Coordinamento Donne e referenti di alcune associazioni del quartiere Sant’Eusebio», ha puntualizzato l’assessore in una nota.
La replica del Coordinamento Donne Libere di Scegliere: «In commissione è stato detto che il consultorio sarebbe stato ridimensionato»
Ma il Coordinamento delle donne di Cinisello Balsamo replica che, proprio durante la riunione della Commissione ai Servizi Sociali, è stato riferito che il consultorio di Sant’Eusebio sarebbe stato ridimensionato o addirittura chiuso.
«Leggiamo con stupore il post pubblicato questo pomeriggio sulla pagina del comune di Cinisello Balsamo a firma dell’assessora De Cicco. Ci dispiace leggere le sue parole perché in commissione, il 23 febbraio (non il 2 marzo, come scritto dall’assessora) c’eravamo anche noi e in quel frangente ci è stato riferito che il consultorio di Sant’Eusebio sarebbe stato ridimensionato se non chiuso (su questo punto c’era confusione) per dare spazio ad un servizio, rivolto ai giovani, di secondo livello».
Con servizio di secondo livello si intende un servizio al quale si accede solo su segnalazione dei servizi sociali e delle scuole, quindi non aperto a tutta la cittadinanza e volto ad attività di prevenzione. «In quell’occasione si è parlato anche dell’apertura, in quegli spazi, del Serd (ex Sert) dedicato alla cura, alla prevenzione e al recupero delle persone che hanno problemi conseguenti all’abuso ed alla dipendenza di sostanze psicoattive come le droghe. Non abbiamo nulla da obiettare all’apertura di un servizio di secondo livello – commenta il Coordinamento Donne -, visto che tanti giovani stanno vivendo un momento di fragilità. Pensiamo, però, che questo non debba nascere a discapito di nessuno dei tre consultori presenti e dei servizi di prevenzione primaria che offrono. Continueremo a batterci per questo, come abbiamo sempre fatto. Proprio in commissione abbiamo contestato la scelta, segnalando l’impossibilità di convivenza di un consultorio familiare con un servizio del genere per via della profonda differenza di utenza».
E il Coordinamento conclude augurandosi che la ‘marcia indietro’ fatta dal Comune sia avvenuta a seguito della mobilitazione di sabato 6 marzo. «Se poi le cose dal 23 febbraio sono cambiate e si è scelto di preservare il consultorio di Sant’Eusebio, anzi di potenziarlo, come dice l’assessora, non possiamo che accogliere con gioia la notizia. Probabilmente le centinaia di donne in piazza il 6 marzo a Sant’Eusebio hanno contribuito a far comprendere a chi di dovere la necessità di questo luogo per il quartiere e per tutta la città», chiosano le donne.