La maggioranza respinge al mittente la mozione di sfiducia presentata da tutti i partiti di opposizione nei confronti del presidente del consiglio comunale, Giovanni Fiorino.
Fiorino, secondo le opposizioni, si sarebbe ‘macchiato’ di non garantire il principio di democrazia all’interno dell’aula del parlamentino sestese. Qui, sindaco e maggioranza hanno deciso di accorciare i tempi di discussione concessi ai consiglieri comunali. la maggioranza sostiene che: «In ragione delle restrizioni causate dalla pandemia» sia lecito non applicare il regolamento del consiglio comunale. Questo prevede 20 minuti a gruppo consigliare, sommati a 5 minuti per ogni consigliere, nel momento della discussione dell’ordine del giorno.
La maggioranza ha appunto respinto la mozione di sfiducia sostenendo che: «Per depositare una mozione di sfiducia sono necessarie le firme dei 2/5 degli aventi diritto di voto in aula (che sono 25) e visto che la matematica non è un’opinione ne servono 10. Peccato che sommando i consiglieri di minoranza che hanno firmato si arrivi a 9».
Inoltre, la maggioranza ha accusato di strumentalizzazione i partiti di opposizione: «Ricordiamo che tutti i gruppi di maggioranza hanno proposto alle opposizioni il raddoppio dei tempi per la discussione della delibera sul bilancio di previsione, da 10 a 20 minuti per ogni gruppo. Questa proposta è stata rifiutata dalla minoranza», scrivono i consiglieri di maggioranza. Fiorino non ha ancora rilasciato dichiarazioni a suo nome.
Le opposizioni rispondono
Roberta Perego, capogruppo Pd in consiglio comunale, ribatte che: «Durante la prima capigruppo, il presidente Fiorino si è presentato dicendo che avremmo avuto 10 minuti a gruppo per la discussione. Ma abbiamo replicato che, se l’aula consigliare non era reputato un luogo sicuro, allora che facessero il consiglio comunale da remoto. E inoltre, se andavano contingentati i tempi, allora sarebbero dovuti essere accorciati anche quelli del sindaco. Ci hanno quindi proposto di avere 20 minuti a gruppo, una sorta di concessione. Ovviamente abbiamo rifiutato: chiediamo la piena applicazione del regolamento comunale, che non è stato scavalcato in nessun altro Comune di Città Metropolitana, nonostante la pandemia».
Perego puntualizza anche la modalità di presentazione della mozione di sfiducia: «Per presentare una mozione di sfiducia, si calcolano i consiglieri comunali. Per cui, togliendo il sindaco, i consiglieri sono 24. I 2/5 sarebbero 9.6, ovviamente non si può dividere ‘per sei’ una persona, quindi abbiamo deciso comunque di presentarla. Se la maggioranza non avesse nulla da tenere potrebbero farla discutere. Dato che prevede il voto a scrutinio segreto, forse hanno paura che qualcuno faccia uno scherzetto».
Secondo la maggioranza, la mozione non sarebbe valida perché il sindaco «Fa parte del consiglio comunale, secondo il documento di ‘Disciplina dei rapporti tra le funzioni dei sindaci e quelle dei consiglieri comunali‘». La maggioranza taglia la testa al toro assicurando: «Il segretario comunale non accoglierà la mozione perché non rispetta i requisiti».
La questione però è cavillosa: lo stesso regolamento del consiglio comunale (che si può consultare cliccando QUI) sostiene che: «La mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno 2/5 dei Consiglieri». E sul sito del Comune di Sesto San Giovanni, l’elenco dei consiglieri comunali che compongono il parlamentino non include il sindaco.