Tre nuove pietre d’inciampo per ricordare altrettanti cittadini di Cinisello Balsamo che nel 1944 vennero portati al lager di Mauthausen, senza più fare ritorno.
Tutti e tre, infatti, trovarono la morte ad attenderli a Gusen, il vicino sottocampo di Mauthausen che in quel tempo veniva anche definito ‘il cimitero degli italiani’, costretti a lavorare fino allo sfinimento nelle cave di granito.
«’Non preoccuparti, vado in Germania a lavorare’, aveva gridato Giuseppe Galbiati alla moglie Carlotta dal finestrino del treno che, dalla stazione di Bergamo, lo avrebbe portato al lager di Mauthausen – raccontano dall’Anpi di Cinisello Balsamo -. Su uno di quei vagoni piombati quel giorno, era il 5 aprile 1944, c’era anche Anselmo Oggioni. Circa 20 giorni prima, il 17 marzo, dalla stessa stazione era partito Giovanni Vergani». I tre cinisellesi avevano partecipato allo sciopero generale che dall’1 all’8 marzo 1944 aveva bloccato le grandi fabbriche del Nord contro la guerra e la dittatura nazi-fascista. «Era bastato questo per precipitarli nel girone infernale del lager», proseguono dall’Anpi.
In loro memoria, il prossimo 6 marzo verranno posate in città le tre pietre d’inciampo, di fronte alla loro ultima abitazione prima della partenza per la Germania: «Giuseppe Galbiati alle 15 in via Garibaldi 13, Anselmo Oggioni alle 15.45 in via Mazzini 2, Giovanni Vergani alle 16.30 in via Caduti della Liberazione 7», concludono dall’Anpi.