Tranquilli, direbbe qualcuno, hanno vinto tutti: chi da una parte, chi dall’altra, dipende dal punto di vista, ognuno con la sua verità. Il bello delle elezioni, in tutte le salse.
Una cosa è certa però a prescindere da tutto o tutti. A parlare sono i numeri, i voti, questo per tutte le competizioni, sia referendarie, amministrative o politiche. Adesso cosa fare, andare al voto anticipato, visto che il Parlamento ha 230 deputati in più a Montecitorio e 115 in più a Palazzo Madama?
È vero che sono stati eletti in passato nel 2018, ma è anche vero che per coerenza dovrebbero dimettersi (quasi impossibile per procedure interne), almeno chi ha voluto il Sì, il taglio, un modo per iniziare da subito a risparmiare, come si era detto o sbaglio?
Rimanere ancora in sella, Camera o Senato che sia, mette da parte l’obiettivo raggiunto, lo allontana, buono solo per chi verrà nella prossima legislatura. Cari amici, si dia subito il buon esempio, non percependo più l’indennità parlamentare, (se mai metterla in un fondo per i commercianti in difficoltà) soltanto così si può avere ragione di quello che si è proposto e coerenti con i cittadini che hanno votato Sì al taglio.
L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani