Tra luci e ombre il ‘pubblico’ resiste
Lembo: «Fattore umano fondamentale»
Sono passati 40 anni da quel 23 dicembre 1978, quando con la legge 833 il Servizio Sanitario Nazionale è diventato pubblico.
Nell’età della sua piena ‘maturità’, il sistema sanitario rappresenta oltre l’11 per cento del Pil nazionale e conta 2 milioni di lavoratori. Qualche falla però c’è e riguarda soprattutto le liste di attesa e i costi per ticket, farmaci e prestazioni specialistiche.
«Si attendono in media 15 mesi per una cataratta, 13 mesi per una mammografia, 12 mesi per una risonanza magnetica, 10 per una Tac e per una protesi d’anca, 9 mesi per un ecodoppler e 7 per una protesi al ginocchio», si legge nel XXI rapporto firmato da Cittadinanzattiva e Tribunale per i diritti del malato, presentato a Roma l’11 dicembre.
Una seconda mancanza, denunciata da oltre metà dei cittadini, riguarda le liste di attesa per chemio e radioterapia. Segnalazioni che nel 2017 arrivano al 10 per cento e fanno registrare un aumento del 100 per cento rispetto all’anno precedente. «Riscontriamo una situazione positiva all’Ospedale di Sesto e al Bassini di Cinisello – spiega il direttore sanitario Valentino Lembo -. Su tutta la nostra azienda, stiamo all’interno dei tempi di Regione Lombardia. Soprattutto per quanto riguarda gli esami contrassegnati da urgenza, rimaniamo sempre nel limite stabilito dei 10 giorni entro la prescrizione». Le criticità segnalate dai pazienti, talvolta riguardano la carenza di personale. «Qui ci troviamo a dover ricollocare gli esami dei pazienti solo nell’eventualità di assenza improvvisa del medico, ma è un caso particolare», afferma Lembo, che aggiunge: «La punta di diamante del Ssn è data proprio dalla professionalità di medici e personale sanitario, quel che si chiama ‘fattore umano’». Per quanto riguarda le strutture invece, di cui a livello nazionali i cittadini si lamentano, Lembo assicura: «Soprattuto a Sesto, abbiamo ristrutturato tutti i reparti, in modo che ci siano uno o due letti per stanza con bagno in camera. Uno standard altissimo. Nella stessa direzione si va anche per il Bassini».