Dodici anni fa a Pechino, in Cina, Roberto Cammarelle scriveva una delle pagine più belle dello sport del Nordmilano e italiano, andando a vincere l’oro olimpico contro il ‘padrone di casa’ Zhang Zhilei.
A dodici anni dall’impresa, Cammarelle ha voluto raccontare tutte le sue emozioni per il successo: «Un giorno memorabile e sono stati tanti i riconoscimenti ottenuti dopo quel risultato. Oggi però vorrei concentrarmi sullo sguardo di Zhang, che racconta mille emozioni e rappresenta il bello dello sport. In quello sguardo vedo la fatica di un atleta, la delusione della sconfitta. In quello sguardo c’è tanto lavoro e allenamento, è la cosa che accomuna tutti gli atleti indipendentemente dal risultato. C’è il dispiacere per coloro i quali, tanti, hanno contribuito ad arrivare fin lì e lavorato a quella competizione, il dispiacere di non aver regalato alla propria nazione la medaglia desiderata».
Il puglile originario di Cinisello Balsamo ha poi proseguito: «Ma la cosa bella di questa foto non è solo lo sguardo ma l’abbraccio. Ci siamo stretti forte, e quel tipo di forza non è quella di un gancio, è altro. Si riassume nel rispetto per l’avversario, nel riconoscimento di un esito sportivo, nella celebrazione di una finale al di là di come si sia conclusa».
«È magico pensare che nonostante questa valanga di emozioni – ha concluso Cammarelle -, l’immagine che possa rimanere nella mia memoria sia proprio questa, ma racconta il senso di ciò che faccio ogni giorno per aiutare i giovani talenti del pugilato a vivere quell’esperienza, a dargli la possibilità di arrivare al gradino più alto del podio. Lo sport regala grandi emozioni, ma soprattutto forma grandi uomini. Ti ringrazio Zhang per quel prezioso abbraccio».