A Sesto San Giovanni l’unico centro Uomts dell’hinterland milanese
La data del 1° dicembre non è solo quella in cui ricorre la Giornata Mondiale contro una malattia, l’Aids, che è stata definita ‘uno dei più grandi assassini al mondo’. Ma è anche la giornata contro lo stigma che accompagna le persone che ne vengono colpite.
Secondo i dati del Centro Operativo Aids (Coa) dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), dal 2015 in Italia si segnalano ogni anno circa 4mila nuove diagnosi di infezioni da Hiv, il virus che causa l’Aids. Nel 2017 le nuove diagnosi di infezione nello Stivale sono state precisamente 3.443. Regione Lombardia ‘vanta’ il primato di aver segnalato il maggior numero di casi di infezioni nel 2017, seguita da Lazio ed Emilia Romagna.
E il capoluogo lombardo è al primo posto per le nuove diagnosi: il 58 per cento del totale nel 2017. Più precisamente, a Milano si sono registrate 390 segnalazioni su un totale di 675 in Lombardia, mentre i dati raccolti da gennaio a settembre 2018, ne evidenziano 327.
Se da un lato il primato regionale è positivo, perché rivela la consapevolezza dei cittadini nel fare il test, dall’altro rimane ancora molto da fare sul tema della sensibilizzazione.
A cercare di riportare l’attenzione su quello che troppo spesso è stato un ‘virus dimenticato’, l’Hiv, ci pensa il Comune di Milano, che ha coinvolto Ala Milano, Lila, Arcigay, Anlaids e altre associazioni in diverse iniziative nelle scuole, università e persino nelle discoteche cittadine. Il Comune di Milano ha anche patrocinato la campagna di sensibilizzazione #Ti Riguarda, prevedendo affissioni di manifesti in 14 città italiane, con testimonial d’eccezione come Tiziano Ferro e Fabio Volo.
Sesto San Giovanni ospita l’unico centro Uomts (l’Unità Operativa Malattie Trasmissibili Sessualmente) fuori dai confini milanesi, una Ats che fa capo al più grande dipartimento di prevenzione di viale Jenner a Milano.
L’Uomts di viale Matteotti a Sesto è aperto il lunedì e il giovedì dalle 8.15 alle 15.30 e, oltre al test anonimo per le malattie sessualmente trasmissibili, offre anche servizi di counselling agli utenti. Alla struttura, nel corso del 2017, si sono rivolte però meno di 100 persone, contro gli 8mila di viale Jenner.
I numeri dell’infezione, pubblicati sul notiziario Istisan, aggiornato dal Centro Operativo Aids dell’Iss, evidenziano una certa stabilità dal 2015 al 2017: 5,8 nuovi casi per 100mila abitanti, un’incidenza in linea con la media Europea. Il virus dell’Hiv, nel 2017, ha colpito maggiormente la popolazione fra i 25 e i 29 anni, trasmettendosi principalmente attraverso rapporti eterosessuali. I dati confermano anche la tendenza europea (e italiana) che vuole l’Hiv come un virus sostanzialmente maschile: nel 2017, le persone positive all’infezione sono state nel 76,2 per cento dei casi, appunto, maschi. La modalità di trasmissione è sostanzialmente il sesso non protetto, una percentuale altissima nel 2017: l’84,3 per cento di tutte le segnalazioni.La vera croce del virus è infatti la prevenzione e la protezione durante il rapporto sessuale. L’Hiv si trasmette al contatto delle mucose con le secrezioni genitali e i numeri parlano chiaro. A Milano, sono pochissimi gli utenti delle Uomts a utilizzare il preservativo durante i rapporti: il 20 per cento degli eterosessuali e il 35 per cento degli omosessuali.
L’accordo: Strategia ‘90-90-90’
Era l’1 dicembre 2014, quando i sindaci di numerose città provenienti da tutto il mondo si diedero appuntamento a Parigi per avviare il Fast Track Cities, una rete internazionale finalizzata al raggiungimento delle direttive elaborate da Unaids per sconfiggere l’Aids entro il 2030. Queste direttive si basano sulla cosiddetta strategia ‘90-90-90’ e ‘0 stigma’: 90 per cento delle persone con Hiv testate, 90 per cento delle persone testate sotto la terapia antiretrovirale (Art), 90 per cento delle persone trattate con carica virale negativa. Fondamentale per la realizzazione di questo intervento è la battaglia contro lo stigma, senza la quale non è possibile raggiungere e coinvolgere nel processo ampie parti della popolazione. E lo scorso 1 dicembre, in occasione della Giornata Mondiale di Lotta all’Aids, anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha firmato la dichiarazione di Parigi.
«Bisogna aumentare l’informazione»
L’importanza di sensibilizzare la popolazione sull’Aids
I malati ‘sommersi’ sono circa il 20 per cento
«I numeri delle persone che scoprono di essere sieropositive sono stabili da un paio di anni. Ma al contrario di come può sembrare, questo non è un dato positivo».
Gianmarino Vidoni, direttore dell’Unità operativa complessa che si occupa di malattie sessualmente trasmissibili all’Ats di viale Jenner, zona Maciachini, commenta così il report sull’anno 2017. «Se dal 2012 al 2015 si era registrato un lieve calo, da un po’ rimane questo zoccolo duro di persone che continuano a infettarsi o scoprono di essere positivi all’Hiv facendo altri esami – continua -. I malati ‘sommersi’, che non sono consapevoli di esserlo, sono circa il 20 per cento. È preoccupante». La causa del mancato calo di infezioni da Hiv è la scarsa informazione, secondo il dottore. «Manca una consapevolezza non solo delle vie di trasmissione dell’Hiv, ma anche sulle altre malattie a trasmissione sessuale, come gonorrea, e clamidia, che negli ultimi anni sono in forte aumento». Questo non stupisce, se si pensa che solo il 25 per cento degli italiani in media usa il preservativo in maniera regolare. «Il fatto che l’Hiv non faccia più paura è positivo, ma nello stesso tempo genera poca attenzione. Si pensa che ci sia una cura all’Hiv, mentre invece esiste una terapia, che però non guarisce dal virus».
Ora come ora, l’aspettativa di vita di una persona positiva all’Hiv è pari a quella del resto della popolazione, ed esistono terapie come la Ppe, che si assume dopo l’esposizione al virus, e la Prep, una sorta di ‘terapia preventiva’, presa da persone Hiv negative ma che hanno comportamenti sessuali particolarmente a rischio. «La Prep, mi lascia alcune perplessità – osserva Vidoni – . Non bisogna utilizzarla come scusa per fare sesso non protetto e soprattutto non previene le altre Mts, che possono creare danni nell’apparato genitale». Infine l’importanza della prevenzione: «I centri come quello di viale Jenner o quello di Sesto sono punti di eccellenza, gratuiti, in cui c’è anche la possibilità di avere un servizio counselling. I farmaci per l’Hiv – conclude il dottore – hanno un costo elevato: in questo senso, la prevenzione è un investimento a rendere, di cui vedremo i risultati solo in futuro».