Le maglie della giustizia, le ombre e le tante domande dei comuni cittadini, senza risposte.
Intanto iniziamo col dire che ogni professione ha le sue pene e la magistratura non è un’isola felice. Le correnti, i gruppi, una sorta di secondi partiti fuori dal Parlamento, per fortuna non è così per tutti i togati. E ancora, le chat, le raccomandazioni, le critiche, tutto in semplicità. Una sorta di tutti contro tutti, con magistrati che si accusano a vicenda. Sotto esame anche il Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di controllo di chi ci deve giudicare, presieduto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una situazione non più tollerabile che porterà prima o poi il capo dello Stato a riformare il Csm. Insomma, la speranza è l’ultima a morire e ci affidiamo a quei Pm e giudici onesti, che ogni giorno in piena libertà e obiettività si adoperano per la verità. Ora anche loro, come tanti cittadini, professionisti, imprenditori e politici innocenti, sono oggetto della cosiddetta macchina del fango.
Una guerra interna per il potere giudiziario, con intercettazioni telefoniche che vanno e vengono, le stesse che in passato hanno distrutto la vita a tante persone, poi risultate estranee ai fatti. In fin dei conti, (ma senza vendette) la legge è uguale per tutti o no? Almeno così recitano le targhe nei tribunali di Giustizia.
L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani