Negli ultimi i giorni i dati forniti da Regione Lombardia sull’epidemia di Coronavirus ha destato qualche preoccupazione per una risalita dei nuovi positivi.
Mentre il numero complessivo degli attualmente positivi continua a scendere (così come le terapie intensive e i ricoveri, con un numero sempre più alto di guariti), la percentuale tra i tamponi effettuati e i positivi trovati è stata in crescita negli ultimi tre giorni, arrivando a toccare il 3,9 per cento nella giornata di lunedì 15 giugno. Il dato vuol dire che ogni 100 persone testate, quasi 4 sono positive al Coronavirus. Fino alla scorsa settimana questa percentuale si attestava intorno all’1,4 per cento circa, da qui la preoccupazione diffusa per la nuova crescita.
Sull’analisi dei dati è intervenuto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera che ha dichiarato: «La curva del contagio è in continua discesa, facciamo chiarezza sui nuovi positivi. Sul territorio lombardo è in corso uno screening sierologico ad ampio raggio e a breve partiranno anche i test mirati sia sulla bassa Val’ Seriana che su Brescia».
Ma non è tutto: «Per ogni sierologico positivo segue un tampone per essere sicuri che la malattia sia pienamente superata. Ciò sta permettendo di individuare anche i positivi asintomatici ma nel monte totale giornaliero implica un numero superiore di riscontri. La maggior parte dei casi riscontrati da test sierologico evidenzia un esito ‘debolmente positivo‘: persone asintomatiche vicine a essere negative che si individuano proprio grazie al test sierologico».
Secondo quantp riferito da Gallera, gli esperti hanno una spiegazione precisa: la positività al covid può essere determinata dalla presenza pregressa del virus nell’organismo e non a nuove insorgenze. «Queste persone sono comunque messe in quarantena fino a tampone totalmente negativo – ha concluso Gallera -. Tutto ciò è fondamentale per il monitoraggio del territorio, il controllo dell’andamento del virus e a essere preparati in caso di necessità perché si amplia la platea di coloro che possono contribuire alla banca del plasma».