Vittorio Colao, salva-Italia. Così verrebbe da dire o pensare, osservando il piano presentato (gratuitamente) dal manager al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Un uomo, Colao, capace (speriamo) in sei mosse di ripristinare l’economia italiana, dalle imprese al lavoro, passando per l’Ambiente, Turismo, Pubblica Amministrazione, Cultura, Arte e altro. Tutto bene, chapeau, direbbero i francesi, ci complimentiamo; alcuni interrogativi però ce li poniamo: ma non è compito del Governo trovare soluzioni efficaci per uscire dalla crisi? Le idee non dovrebbero provenire dal premier e dai suoi ministri? Occorre chiedere aiuto e, lo ringraziamo per questo, a un esterno? Non era forse meglio nominarlo ministro, rendendolo parte integrante del Governo?
Insomma, c’è una maggioranza attorno a Giuseppe Conte, legittimamente eletta dal Parlamento, e sarebbe cosa gradita che al proprio interno ci fossero deputati e senatori capaci di elaborare idee e piani strategici per la Nazione.
Gli italiani votano per eleggere poi coloro che dovrebbero fare la differenza e utilizzare farina del proprio sacco e non quella altrui. Per il momento ci affidiamo a Vittorio Colao, il ‘Salvatore della Patria’?
L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani